LE ALTRE NOVITÀ
Un discorso analogo vale anche per la manovra sulle detrazioni e deduzioni fiscali. Si tratta di centinaia di sconti fiscali che erodono la base imponibile per oltre 200 miliardi di euro l’anno. Da diverso tempo i vari governi provano a razionalizzare la materia. Ma con scarsi risultati. Si tratta, del resto, di un elenco nel quale entrano materie molto sensibili, come le detrazioni sui carichi familiari, quelle per i mutui, quelle per le pensioni, le spese sanitarie. In realtà l’intenzione è quella di agire su quelle non più attuali e che si sovrappongono con altri programmi di spesa. La decisione su quali detrazioni agire sarà presa prima della manovra finanziaria, con la nota di aggiornamento del Def prevista per settembre, e sarà ratificata dal Parlamento. Il governo non potrà discostarsi da quanto sarà deliberato dalle Camere.
Dai testi del Documento di economia e finanza, emergono anche altre novità. All’ultimo momento il governo ha deciso di introdurre anche un’apertura alla flessibilità nell’età di pensionamento, ma «salvaguardando la sostenibilità finanziaria» e «il corretto equilibrio tra le generazioni». Nel 2016 poi, secondo il governo, se Bruxelles concedesse tutta la flessibilità richiesta dall’Italia, lo scostamento dal saldo strutturale, quello che vale per le regole Ue, sarebbe di 0,25 punti. Una deviazione ritenuta «non significativa». Il problema sorgerebbe nel 2017, quando il governo dovrebbe effettuare una correzione dello 0,5% di Pil almeno, mentre secondo le previsioni del governo il miglioramento si fermerà allo 0,1%. Ma, scrive il Tesoro nel Def, «il governo ritiene inopportuno e controproducente operare una tale stretta fiscale». L’elenco di ragioni è lungo, dai rischi di stagnazione e deflazione, fino ai costi che il governo sta sostenendo per le riforme strutturali. Per questo il pareggio di bilancio slitterà ancora fino al 2019.
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