Scuola, l’ingorgo delle iscrizioni: studenti costretti a cambiare sede

Scuola, l’ingorgo delle iscrizioni: studenti costretti a cambiare sede
di Lorena Loiacono
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Domenica 18 Febbraio 2018, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 20:04
Dentro o fuori, non ci sono alternative. Ma a restare fuori da scuola, negli istituti più ambiti, spesso è il 20% degli studenti, con picchi fino al 30%. Troppi gli scontenti ma si rischia anche di sovraffollare le classi. Ed è così che nelle scuole gli elenchi degli iscritti per il prossimo anno scolastico sono più attesi di quelli dei promossi e dei bocciati di fine anno. Le superiori, in questi giorni, stanno stilando le liste degli iscritti per l’anno scolastico 2018-2019 e tra gli studenti sale la tensione. Il motivo? Se la scuola indicata come prima scelta non ha posto, è necessario virare sulla seconda e poi, forse, anche su una terza scelta. Facendo così inevitabilmente saltare i piani familiari, allungando le distanze tra casa e scuola: si dividono gli amici e si infrangono i sogni di mamma e papà che, in quel preciso liceo, avrebbero voluto veder studiare il figlio. 

IL GRADIMENTO
Il passaggio alla scuola superiore, del resto, è cruciale nella crescita di un adolescente e nella sua formazione. Ma occorre comunque fare i conti con i posti disponibili tra i banchi. E la conta dei posti, in questi giorni, spetta alle segreterie scolastiche alle prese con una sorta di gioco ad incastro per accontentare il maggior numero possibile di ragazzi e, quindi, di famiglie. Ma non è semplice anche perché le domande di iscrizione, presentate entro il 6 febbraio scorso, prevedevano l’indicazione fino a un massimo di tre scuole in ordine di gradimento. Se la prima scelta non può accogliere lo studente, si va a scalare. Ma quando arriva il momento di inserirsi nella seconda scuola, è possibile che anche questa sia da “tutto esaurito” e per lo studente inizia un triste peregrinaggio. 
«Per evitare situazioni di questo tipo - spiega Tiziana Sallusti, preside dello storico liceo Mamiani di Roma - abbiamo fatto un attento lavoro di monitoraggio, aggiornando quotidianamente le graduatorie a mano a mano che arrivavano le candidature. Quando ci accorgevamo che un ragazzo era troppo in là in lista, avvisavamo la famiglia che avrebbe fatto bene a indicare un’altra scuola».

Al Mamiani infatti sono oltre 30 i ragazzi che non potranno accedere ad una delle 5 classi di prima liceo classico, su un totale di circa 135 posti. Quasi il 19% quindi è rimasto fuori. Mentre nelle tre sezioni di scientifico gli esclusi sono oltre il 27% di quelli che hanno fatto domanda. 

Al liceo Carducci di Milano sono rimasti fuori 60 ragazzi, lo storico liceo Beccaria, sempre a Milano, ha ricevuto almeno il 20% in più di iscrizioni. Un boom forse inaspettato per i classici che ha preso tutti di sorpresa ma anche un trend in crescita per lo scientifico. Ma non è solo un problema di licei. All’istituto professionale alberghiero di Tor Carbone, a Roma, aumentano di anno in anno le candidature. Per il 2018-2019 si formeranno infatti 11 classi prime e per accontentare le necessità di tutti verranno formate anche classi di corsi serali. L’alberghiero infatti è tra i professionali che garantisce maggiore possibilità di occupazione e, a Tor Carbone, sono tanti i progetti che coinvolgono le famiglie. Come loro, tanti i ragazzi che ora si stanno “ricollocando” altrove. 

IL RISVOLTO
«In questi giorni stiamo ricevendo ragazzi esclusi da altre scuole - spiega Ivana Uras, dirigente scolastica del liceo scientifico Newton di Roma - componiamo classi mediamente di 27 ragazzi per accogliere tutti e comunque è un peccato perché le classi dovrebbero essere meno affollate. Sarebbe opportuno formarne in numero maggiore ma con meno ragazzi per classe. Ci tengo a sottolineare che il primo anno di scuola superiore è il più difficile per gli studenti, quelli in cui si registrano più bocciati. Sarebbe opportuno riuscire a seguirli meglio, magari con 20 massimo 25 ragazzi per classe». 

In effetti sovraffollare le aule per accontentare studenti e famiglie rischia di diventare un boomerang per i ragazzi che frequentano e per i docenti chiamati a far lezione in classi “pollaio”: non è un caso che nell’anno scolastico 2016-2017, ad esempio, la media dei ragazzi bocciati nelle scuole superiori è stata del 7,3% con un picco tra i ragazzi del primo anno pari all’11,5%.
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