Shirley MacLaine protagonista di “Adorabile nemica”: «Il segreto è avere mille vite»

Shirley MacLaine protagonista di “Adorabile nemica”: «Il segreto è avere mille vite»
di Gloria Satta
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Lunedì 1 Maggio 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 18:36
Nel New Mexico è mattina presto e Shirley MacLaine ha appena finito di giocare con i cani. «Mi piace, quando non sono sul set, passare il tempo in questo mio grande ranch a non far niente, magari sedermi in giardino per ruminare un pensiero o leggere un libro», racconta al telefono, voce giovanile e voglia palese di sdrammatizzare, con una battuta o una risata improvvisa, il proprio mito.

Nessuna, più dell’attrice amata da Wilder, Hitchcock, Minnelli, sorella quasi simbiotica di Warren Beatty, s’è guadagnata il diritto di oziare dopo aver costruito una carriera costellata di film-cult come La congiura degli innocenti, L’appartamento, Irma la dolce, Voglia di tenerezza che le portò l’Oscar.
E anche oggi che ha 83 anni, gli occhi da gatta di sempre e una serena vita da single dopo il divorzio dal suo unico marito, il produttore Steve Parker, la signora non si riposa più di tanto: negli ultimi mesi ha interpretato quattro film uno dei quali, Adorabile nemica, diretto da Mark Pellington, esce il 4 maggio. Shirley fa un’anziana riccona, invisa a tutti per il carattere imperioso, insopportabile. Così, per controllare come verrà ricordata dopo la morte, commissiona da viva il proprio necrologio a una giovane giornalista (Amanda Seyfried). Fra le due sono scintille, poi entrano in gioco i sentimenti.

Personaggio tosto, il suo: ha qualcosa in comune con lei?
«Senza dubbio. Siamo entrambe efficienti, compassionevoli, ossessionate dal desiderio di fare la cosa giusta. E sempre pronte a perdere la pazienza».

Quand’è stata l’ultima volta che lei l’ha persa?
«Venti minuti fa, poco prima che ci sentissimo: aspettavo una persona che non si è presentata. Intollerabile».

Anche lei vuole avere tutto sotto controllo?
«No, non ho questa ossessione come il mio personaggio. Ma voglio essere efficiente: il passato di ballerina mi ha insegnato a non accontentarmi, a inseguire la perfezione».

Cosa vorrebbe fosse scritto, fra un centinaio d’anni, nel suo necrologio?
«Guardate che non sono morta davvero! (risata, ndr)».

Lei, che crede nella reincarnazione, chi era prima di essere Shirley MacLaine?
«Inutile che le dica i nomi delle persone in cui mi sono incarnata nel passato: sono sconosciute. Ma possedevano tutte il principale valore in cui credo».

Qual è?
«Il desiderio di far tesoro delle esperienze vissute. Con gli anni ho capito una verità: la vita è uno strumento che permette alla nostra anima di imparare. La realtà in cui ci muoviamo non è l’unica, chissà quante altre ne esistono».

Limitandoci alla sua vita presente: qual è il segreto che le permette di invecchiare con eleganza ed energia?
«La capacità di godermi tutto quello che mi capita. Io amo profondamente le cose che faccio, la salute che mi ritrovo, la compagnia di cui mi circondo: intorno a me ho solo persone pronte ad aiutarmi. E se mi guardo indietro, non posso che rallegrarmi per la mia vita meravigliosa».

Perché continua a lavorare tanto?
«Non voglio perdere la curiosità che mi mantiene viva e in ottima forma. Lo consiglio a tutti: rimanete svegli».

C’è un ruolo che le è rimasto nel cuore più degli altri?
«Aurora, la protagonista ironica e appassionata di Voglia di tenerezza. Mi somiglia».

Hollywood è un mondo sessista?
«Né più né meno degli altri ambienti di lavoro. Ma io, che ho cominciato a girare film prima dei vent’anni, non ho dovuto combattere più di tanto per affermarmi».

Hitchcock era un despota?
«Ma no, era un uomo favoloso, innamorato del cibo e sempre a caccia dei migliori ristoranti».

Che ricordo ha di Mastroianni, suo partner in “La vedova americana”?
«Alla fine di ogni giornata sul set pretendeva un bicchiere di vino. Mi sono divertita a lavorare con lui».

Cosa intendeva quando ha affermato che il sesso è un’«arma di distruzione di massa»?
«Che spesso viene usato per intimidire, umiliare, esercitare il potere: niente a che vedere con l’amore».

Perché ha appoggiato l’ascesa di Jennifer Lawrence?
«Le ho raccomandato di rimanere se stessa, senza dimenticare le radici. Mi ha ascoltata: malgrado il successo è sempre la ragazza del Kentucky. Bravissima e onestissima».

Cosa ha provato all’Oscar quando suo fratello, annunciando il vincitore sbagliato, ha commesso la gaffe del secolo?
«Mi sono sentita male, è stato un momento orribile vedere il suo imbarazzo e quello della gente intorno a lui. E poi, una volta tanto che un film di neri come ”Moonlight” vince l’Oscar, arriva sul palco la busta sbagliata... mi ci è voluto tempo per metabolizzare quell’episodio».

C’è un sogno che non ha ancora realizzato?
«Vorrei tanto girare un film sulla presenza degli extraterrestri nella nostra vita».

Il regista Villeneuve ha appena diretto “Arrival”.
«Non ha soddisfatto tutte le mie curiosità sugli alieni. Io ho in mente una storia che mescola commedia e dramma».

Anche lei, come a Hollywood la maggioranza, si è schierata contro il presidente Trump?
«Sì. È ridicolo. E lo so bene perché ho lavorato per lui».

Cosa ha fatto esattamente?
«Ho organizzato un charity, un evento benefico, quando non era ancora presidente».

Cosa pensa della smania contemporanea di rimanere giovani, ricorrendo alla chirurgia e a ogni sorta di ”aiutino”?
«È un attegiamento ridicolo (risata fragorosa, ndr). Proprio come il nostro presidente».
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