L'allarme degli albergatori: «Ricostruzione subito o qui falliranno tutti»

L'allarme degli albergatori: «Ricostruzione subito o qui falliranno tutti»
di Italo Carmignani
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Venerdì 18 Agosto 2017, 00:48 - Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 20:55
dal nostro inviato
AMATRICE Le luci s’erano accese già a Natale. L’Italia dei regali aveva preferito i prodotti tipici delle zone del terremoto. Che fossero firmati dai salumifici di Norcia o dai pastifici di Amatrice, insaccati, bucatini e formaggi erano andati a ruba nei negozi dove il terremoto era stato solo raccontato dai giornali. A Ferragosto il miracolo s’è ripetuto: mai tanti turisti hanno animato quelle città dove le scosse hanno colpito senza pietà. E ora il problema, quello delle zanzare nei campi nudisti: nonostante le difficoltà, gli intoppi, i ritardi, la burocrazia, gli inganni e i colpi di sole, anche quelli che cercano di mettere sopra la teleferica l’economia delle zone colpite dal terremoto sanno benissimo cosa fare, ma non da dove cominciare.
Così, dalla nuda terra di Norcia, Amatrice, Pescara del Tronto o Visso si alzano due voci che impiegano un attimo a diventare grida. La prima schietta del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi: «Gli imprenditori hanno risposto, dai salumifici ai pastifici, ma servono risorse snelle perché ripartano quei negozi rasi al suolo, perché se avranno la spinta giusta poi volano. Un punto è decisivo però: chi ha visto tutto distrutto non deve essere trattato al pari di chi ha avuto solo paura».

La seconda voce è quella di Vincenzo Bianconi, presidente degli albergatori di Norcia: «Il problema è l’offerta: quest’anno abbiamo soltanto 300 posti letto, lo scorso anno ce n’erano 2.500. All’interno delle mura c’erano 12 ristoranti, ora ce ne sono operativi tre. Per non parlare delle attività commerciali: il centro storico pullulava di negozi, ne sono rimasti una decina». 
La volontà di ripartire c’è molto forte, ma il problema è un altro e si chiama burocrazia. La questione delle delocalizzazione è una delle note dolenti. «Siamo in ritardo - osserva Bianconi - e di certo abbiamo perso una stagione e, se non ci muoviamo con criterio e per tempo, rischiamo di perdere anche la prossima». Norcia, in sostanza, ha l’80 per certo dell’offerta in meno, in tutti i settori, e le ricadute sono inevitabili. E pesano come un macigno sull’economia locale. 

LA PROPOSTA
Le idee non mancano. Anche se le risposte istituzionali tardano ad arrivare. Per aumentare l’offerta, infatti, gli albergatori hanno proposto la possibilità di costituirsi in cooperativa per ricavare 200 posti letto in più, da gestire insieme. «È un’idea che abbiamo formalizzato, presentandola in Regione - dice Bianconi -, ma finora non abbiamo avuto risposte. Che a noi servono subito per non perdere anche la prossima stagione». Sulla questione delle zone franche urbane, a Norcia si calca il solco tracciato dal sindaco Pirozzi: «Dobbiamo fare i conti con la realtà - è l’analisi di Bianconi - e il tema delle zone franche urbane è un po’ blando. Va rivisto, necessariamente. Innanzitutto riconsiderando il discorso dei crateri a cerchi concentrici, valutando quali sono le zone dove è effettivamente scesa l’offerta e quelle in cui l’offerta è invariata ma non ci sono turisti. L’azione reale sarebbe quella di introdurre una totale defiscalizzazione degli oneri contributivi. L’economia della montagna era già debole prima del terremoto: la fiscalità va azzerata, necessariamente e non calmierata».

IL COUNT DOWN
Norcia sorride, Amatrice conta. Il 29 luglio la festa per l’inaugurazione del Polo del Gusto (tre ristoranti già riaperti su otto, e tra loro il mitico “Roma”), il 5 agosto la riapertura del “Simply”, il supermercato le cui telecamere avevano mostrato la sequenza delle 3.36 del 24 agosto. Il 10 l’inaugurazione del “Triangolo”, la prima delle tre aree commerciali che la Regione Lazio sta costruendo tra Amatrice e Accumoli (in collaborazione con l’Ufficio speciale per la Ricostruzione e con la Camera di Commercio di Roma) per ridare uno spazio a 71 tra bar, attività commerciali e artigianali che hanno manifestato l’intenzione di rialzare le serrande. Altre 11 lo faranno ad Accumoli. Per ora sono una decina (su 28 postazioni del Triangolo) ad aver riaperto; altre 43 arriveranno nell’area Cotral, che dovrebbe aprire il 20 agosto, per un totale di 92 attività in tutto. Per la ripartenza delle attività commerciali anche il Comune di Amatrice ha messo del suo, attingendo dai fondi donati dalla Camera di Commercio di Roma e dalle donazioni piovute direttamente sul conto corrente comunale. In soccorso alle attività di Accumoli è invece andata la Regione Lazio che oltre a tutti gli stanziamenti già previsti ha promesso un ulteriore contributo di 100 mila euro. Ma anche su questo filone ritardi e difficoltà non sono mancati. Le aree commerciali dovevano essere pronte a fine maggio, mentre adesso sono operative solo quelle del Polo del Gusto. Intanto in questi giorni ci si gode il pienone. A settembre si vedrà. E mancano meno di due settimane.

(hanno collaborato Ilaria Bosi e Alessandra Lancia)
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