Violentata a Villa Borghese, c’è il nome di un sospetto

Violentata a Villa Borghese, c’è il nome di un sospetto
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
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Giovedì 21 Settembre 2017, 00:58 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 08:02

L’attenzione degli investigatori è puntata su un nome, quello di un ragazzo polacco di 25 anni che dorme nei giardini di Villa Borghese, frequenta la mensa Caritas di Colle Oppio, e si fa vedere spesso in giro tra piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana e via Nazionale. Un tipo violento, «che quando beve, diventa una furia e non lo ferma nessuno», come raccontano altri clochard e che da un paio di giorni «però non si è fatto più vedere». Agli amici ieri pomeriggio ha confidato di volere «lasciare Roma». È lui che i poliziotti della Squadra Mobile stanno cercando, pur lasciando aperta ogni possibile pista che possa portare a incastrare l’uomo che domenica notte ha picchiato e stuprato la senzatetto tedesca di 57 anni all’interno del grande parco monumentale. 
 

 

MAGLIA BLU E ZAINETTO
Maglietta blu, con una grande scritta bianca “expo”, zainetto sulle spalle, l’età e la descrizione, seppure vaga e frammentata, resa dalla vittima del suo aguzzino, calzano: un giovane alto, magro, di carnagione chiara, al massimo 25enne, che parla non benissimo l’italiano e con inflessione slava. Anche se la donna, finora, non è stata in grado di riferire elementi precisi: «Era buio fitto, non ricordo», ha ripetuto anche nell’ultimo colloquio con gli agenti avvenuto in ospedale martedì scorso. Gli inquirenti sono convinti che la chiave del giallo sia tutta da trovare nel mondo degli sbandati ed emarginati che vivono di elemosine e piccoli espedienti ai margini della Roma dello shopping e delle rotte turistiche, tra piazza del Popolo, il Colosseo e la Basilica di San Giovanni. 

DEPOSIZIONI E TELECAMERE
Ieri i poliziotti della IV Sezione hanno raccolto diverse testimonianze, ascoltando e convocando in Questura senzatetto e operatori di centri di aiuto e assistenza ai disagiati. Nel frattempo stanno scandagliando tutte le immagini utili riprese dalle telecamere pubbliche e private di zona puntate sui viali del parco che possano avere ripreso movimenti maschili tra la mezzanotte e le due di domenica scorsa, specialmente in corrispondenza dell’ingresso da piazzale Flaminio. Per ora gli inquirenti (la Procura ha aperto un fascicolo per violenza sessuale al momento contro ignoti) hanno in mano le tracce biologiche appartenenti allo stupratore e, quindi, un Dna da comparare con quello di sospetti o personaggi già schedati. Negli uffici della Scientifica sono depositati anche gli slip e i vestiti strappati indossati quella notte dalla tedesca. 

PROPOSITI DI FUGA
Venerdì scorso il 25enne si trovava a pochi passi dal giaciglio della vittima, al di là di viale Washington, nei pressi della scalinata sotto Villa Lubin, edificio che ospita la sede del Cnel. E ad alcuni amici, anche ieri, avrebbe confidato di trovarsi ancora a Villa Borghese, sebbene non si sia più fatto vedere nelle strade solitamente battute chiedendo l’elemosina, tra via Nazionale e il Colle Oppio. Ma di essere intenzionato a partire da Roma. «So che la polizia lo ha cercato alla Caritas questa mattina (ieri, ndr), che forse ha fatto qualcosa di male – racconta un clochard polacco che vive nei pressi di piazza della Repubblica – l’ho aspettato qui con un altro nostro amico per tutto il giorno ma non è arrivato, non si è fatto vedere».

Nemmeno nel giardino di largo Leopardi si è visto. «L’altro giorno era qui – dicono altri senza fissa dimora seduti sulle panchine di cemento – ma oggi e ieri no». C’è chi lo descrive come un violento. «Una volta mi ha picchiato con un pugno in piena faccia perché era convinto che avessi dato fastidio a una nostra amica di cui era geloso, quando beve va fuori di testa», dice un romeno. Chi lo conosce ricorda come nel 2015 il giovane rimase coinvolto in una brutta storia: un polacco fu picchiato a morte e gettato nel Tevere dopo una lite con altri connazionali suoi amici. Anche su di lui si concentrato le indagini della Mobile.

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