Zelda e Scott Fitzgerald, una favola dolceamara: libri, film e una serie tv sulla moglie dello scrttore

Zelda e Scott Fitzgerald, una favola dolceamara: libri, film e una serie tv sulla moglie dello scrttore
di Roberto Bertinetti
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Gennaio 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 19:59
«Mio carissimo Monsieur, abbiamo qui una maniaca che pare sotto l’influsso di aberrazioni erotiche che hanno lei per oggetto. È una persona di eccellente carattere, desiderosa di lavorare, accetterebbe un salario simbolico durante l’apprendistato. Pelle chiara, occhi verdi, cerca giovane raffinato del suo tipo con intenzioni di matrimonio. Precedente esperienza non richiesta. Amante della vita domestica e splendido cucciolo da tenere in casa. Segnata dietro l’orecchio sinistro da una leggera tendenza alla schizofrenia». Con questa lettera, spedita nella primavera del 1930 da una casa di cura svizzera, Zelda Fitzgerald informava il marito del collasso nervoso che l’aveva colpita durante un soggiorno in Europa. La vita da favola di cui la coppia era stata protagonista nel decennio precedente era ormai solo un ricordo sottolinea Nancy Milford nella nuova edizione aggiornata della sua biografia di Zelda appena proposta negli Stati Uniti.

Agli occhi dell’America dell’inizio del secolo scorso Zelda Sayre e Francis Scott Fitzgerald sono stati “la coppia di sogno dell’età del jazz”: belli, talentuosissimi, costituivano il simbolo dei “roaring twenties”, dell’ epoca che vedeva gli Usa impegnati a esorcizzare lo spettro della guerra appena conclusa. Erano gli anni delle ragazze con i capelli corti, del proibizionismo, della scoperta dell’automobile, delle facili fortune. Apparso nel 1920, Di qua dal paradiso, l’opera d’esordio di Fitzgerald, ottenne un successo straordinario, diventando il libro di culto di una intera generazione. Lei, aggiunge Milford, rappresentava l’incarnazione dei personaggi femminili del marito con la sua sensualità aggressiva, la sua istintiva anticonvenzionalità, il suo estro disordinato.
CAPACITÀ
Gli studiosi stanno rivalutato le capacità creative di Zelda, ora scoperte anche dal cinema. Durante il 2017 saranno distribuiti due film che la vedono protagonista: Zelda, diretto da Ron Howard con Jennifer Lawrence nel ruolo principale e The Beautiful and the Damned per la regia di John Curran, interpretato da Scarlett Johansson. Inoltre Amazon ha prodotto una serie tv intitolata The Beginning of Everything con Christina Ricci dove, al pari di quanto accade nelle pellicole per il grande schermo, Zelda viene ritratta come vittima della cultura maschilista dell’epoca, con un talento artistico non inferiore al marito. Come testimonia anche il suo romanzo Lasciami l’ultimo valzer ora tradotto da Bollati Boringhieri (pagine 263, 19 euro) di chiaro impianto autobiografico. 

Oltre a problemi economici ben noti causati da enormi spese, si è di recente scoperto che la coppia dovette fare i conti con una segreta rivalità artistica. Decine di lettere inedite ritrovate di recente e riunite nell’epistolario confermano infatti che si accusarono reciprocamente di plagio, sottraendosi appunti, diari e taccuini. Decine di pagine composte da Zelda sono state senza alcun dubbio saccheggiate da lui per i suoi capolavori. Infliggendo a Zelda una umiliazione che ne distrusse l’equilibro psichico. 
Troppo fragile per ribellarsi, Zelda precipitò nel baratro della follia dopo aver ispirato le eroine di Belli e dannati, Il grande Gatsby, Di qua dal paradiso e aver reclamato una indipendenza che il marito non era disposto a lasciarle. Zelda, del resto, sapeva ballare, dipingere e, soprattutto. scrivere. Secondo molti critici, possedeva capacità maggiori rispetto al coniuge, che però mal sopportava il confronto e fece il possibile per mettere in ombra la moglie.
 
IL CROLLO
Nel 1930 Zelda crolla: si allontana dal mondo dorato e turbolento nel quale è vissuta a lungo e fa il suo ingresso in uno differente, lontano dalle inquietudini della vita normale. Le lettere di questo periodo contengono un bilancio del loro rapporto virato in nero, presentano un inventario di tanti anni di vita in comune visti attraverso l’esperienza di lei. Zelda ripete «mi lasci sempre più sola» e insieme respinge in modo convincente il rimprovero secondo cui gli si sarebbe sottratta. Avrebbe avuto molto bisogno di lui, «ma tu eri quasi sempre ubriaco» o distratto da altre donne, ripete spesso. Il periodo che li separa dalla morte è una continua caduta libera, con Zelda alle prese con gli psichiatri e Francis con i debiti. Le entrate di Tenera è la notte non sono sufficienti per chiudere l’enorme voragine finanziaria da tempo aperta, i racconti inviati alle riviste e ai periodici non vanno più a ruba. Anche la salute di Fitzgerald si è indebolita: si comincia a parlare di una tubercolosi trascurata, i medici provano a liberarlo dall’alcolismo. Fitzgerald si spegne nel dicembre del 1940 a quarantaquattro anni e solo pochi tra i vecchi amici sono presenti al funerale. Sarà poi necessario attendere a lungo prima che i suoi romanzi ricominciassero a vendersi in milioni di copie. Zelda muore nel marzo del 1948 nell’incendio della clinica dove è ricoverata. A riunirli in un’unica tomba ci penserà la figlia Scottie nel 1975. Sulla lapide ci sono i due nomi: Francis Scott Fitzgerald e Zelda Sayre. I coniugi sempre in conflitto finalmente riuniti? 
L’immagine conciliatoria, afferma Sarah Churchwell nel saggio Careless People, appare azzardata. Forse, aggiunge, sarebbe più prudente interpretare la scelta di Scottie come il tentativo di metter infine pace tra due temperamenti inconciliabili, il cui legame però non si dissolse mai. L’epitaffio più adatto potrebbe essere pertanto la frase con cui si chiude Il grande Gatsby: «Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa verso il passato».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA