Filippo Turetta, i vocali a Giulia Cecchettin: «Devi stare con me, non vedere le amiche». E i genitori ora lo evitano

Filippo Turetta, i vocali a Giulia Cecchettin: «Devi stare con me, non vedere le amiche». E i genitori ora lo evitano
di Claudia Guasco
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 23:56 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 09:50

L’angoscia crescente di Giulia, ossessionata da un ex fidanzato che le toglie l’aria: «Mi sento in una situazione in cui vorrei che sparisse, non vorrei più avere contatti con lui», si sfogava un mese e mezzo fa in chat. E la trappola di Filippo, che voleva allontanarla dalle amiche e dalla famiglia anche dopo la fine della loro relazione. Era «geloso» e «possessivo», lei stava per spiccare il volo e lui non lo accettava. Così cercava di isolarla con sempre maggiore «insistenza» dal suo mondo, da chi le voleva bene. Al punto che la ragazza, nelle ultime settimane prima dell’omicidio avvenuto l’11 novembre, ha manifestato «ansia» e «paura» per i suoi comportamenti, temendo che potesse accaderle qualcosa. È ciò che emergerebbe dai messaggi e dai vocali che i difensori della famiglia Cecchettin hanno raccolto nell’ambito degli approfondimenti svolti a sostegno delle indagini della Procura di Venezia, che ha arrestato Filippo Turetta per omicidio volontario aggravato e sequestro di persona.

Filippo Turetta, gli audio a Giulia: «Stai con me e non con le tue amiche». La ragazza era spaventata

I RICATTI

«Devi stare con me, non con le tue amiche», la pressava, oscillando tra l’intimidazione e il ricatto morale.

Voleva fare il vuoto attorno a Giulia e poi faceva leva sulla sua sensibilità, «mi viene a dire cose come che è super depresso, che ha smesso di mangiare, che passa le giornate a guardare il soffitto, che pensa solo ad ammazzarsi e che vorrebbe morire», si confidava la ventiduenne. Lei era spaventata, Turetta le avrebbe rinfacciato di passare troppo tempo con la famiglia invece che con lui e di trascurarlo a favore delle compagne di università, di cui era «geloso». Un’indole inquietante descritta anche dal padre Gino Cecchettin nella denuncia di scomparsa presentata ai carabinieri domenica 12 novembre e registrata come allontanamento volontario. «Mia figlia Elena mi ha raccontato che Turetta non aveva mai perso la speranza di tornare assieme a Giulia, pertanto a volte era insistente e possessivo al punto che lei aveva deciso di troncare definitivamente. Tuttavia Giulia aveva continuato a frequentarlo perché lui era depresso ed era preoccupata per qualche suo gesto inconsulto, temo quindi per l’incolumità di mia figlia», ha dichiarato ai militari. È proprio Elena Cecchettin a mettere in fila tutti gli episodi che raccontano dell’aggressività di Filippo. «L’11 febbraio siamo andate insieme a un concerto a Milano - ricorda - Lei probabilmente gli aveva detto qualcosa del tipo “ti aggiorno su quello che faccio”, ma lui l’aveva presa troppo letteralmente, obbligandola a scriverle ogni due secondi quello che stavamo facendo». La ragazza prova a tagliare corto, la reazione di Turetta è veemente: «Ha iniziato a fare scenate, sostenendo “me lo hai promesso, mi stai tradendo, questo è abbandono”». La rottura alla fine arriva, lo scorso agosto. Elena afferma che Filippo abbia detto alla sorella: «Dovresti fermarti con gli esami e aiutare me, non possiamo non laurearci insieme». Una richiesta che sconvolge Giulia e allarma Elena, alla quale gli amici dell’università hanno riferito un altro episodio. «Dovevano trovarsi a Padova. Filippo le aveva chiesto di accompagnarla, ma lei gli ha risposto che avrebbe preferito andare da sola e che si sarebbero incontrati lì. Appena scesa ha trovato Filippo ad aspettarla alla fermata dell’autobus». L’avvocato Nicodemo Gentile, legale di Elena, chiede che Turetta venga accusato di stalking, perché ha «dimostrato di essere un molestatore assillante» con «fame di possesso» e un «uso padronale del rapporto», anche con «chiamate e messaggi incessanti». L’omicidio gli è servito, conclude, per «gratificare la sua volontà persecutoria». Molto di più si saprà dalle analisi sui due telefoni che sarebbero stati trovati nell’auto, quello di Filippo e quello di Giulia.

MALUMORE IN CARCERE

Ieri Filippo avrebbe dovuto vedere i genitori in carcere, una richiesta espressa appena arrivato in Italia dopo l’arresto in Germania. Ma l’incontro, autorizzato dalla Procura di Venezia, non c’è stato. Al padre Nicola Turetta e alla madre Elisabetta Martini serve più tempo, e un supporto psicologico, per ritrovarsi di fronte al figlio che solo due giorni fa ha confessato l’omicidio della sua ex fidanzata. Mentre tra i detenuti del penitenziario di Verona c’è agitazione e parecchio malumore per i privilegi che sarebbero stati concessi a Turetta. I due libri consegnati in poche ore perché ha manifestato il desiderio di leggere e il colloquio fissato nel pomeriggio, al di fuori degli orari regolamentari. A maggior ragione, dopo la detenzione nel reparto infermeria, sarà trasferito nella sezione protetti, dove non avrà contatti con detenuti in carcere per altre tipologie di reati.

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