Iva Zanicchi: «Tra un anno smetto di lavorare. Sostengo la Meloni perché donna. E se comandasse in Rai il sabato sera sarebbe il mio»

Iva Zanicchi: «Tra un anno smetto di lavorare. Sostengo la Meloni perché donna. E se comandasse in Rai il sabato sera sarebbe il mio»
di Luca Uccello
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Mercoledì 20 Marzo 2024, 11:21

Tra un anno, annuncia Iva Zanicchi alla Stampa, smetto di lavorare. Ma fino ad allora sarà tra la gente in piazza, in televisione con "Io canto family" su Canale 5 e poi «ho un’idea per una prima serata musicale». L'Aquila di Ligonchio, come viene chiamata da anni per "colpa" di un dirigente Rai anche se poi fu Mike Bongiorno a divulgarlo alla radio, è ancora oggi la donna che ha vinto più Festival di Sanremo. «Sì,tre, mi tallonano Anna Oxa e Gigliola Cinquetti. Speriamo non vadano più al Festival». E del Festival ne parla a Torino, per l’evento Le dive al Festival di Sanremo.

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Sanremo

Tra le dive c'era Mina, la tigre di Cremona («Io l’ho sempre ammirata»), c'era Milva, la pantera di Goro («La cantante preferita di mia mamma»).

A ognuna il proprio soprannome. Poi c’era Patty Pravo («Abbiamo avuto in comune solo un parrucchiere a Roma»), la civetta di Venezia e prima ancora Orietta Berti, l’usignolo di Cavriago: «Con lei torniamo in Emilia, siamo molto vicine e abbiamo iniziato insieme al Disco d’oro del 1961. C’era pure Gianni Morandi». E parlando di Sanremo. Si parla anche di Amadeus: «Ha fatto un miracolo. Nelle case dei ragazzi, compresa mia nipote ventenne, si formano gruppi di ascolto. Ai giovani dico che vanno bene il rap e il rock, ma non dimentichiamo la nostra melodia. Diodato è un esempio positivo».

Ma Iva fa altri nomi di cantanti che le piacciono: «Lazza, J-Ax e vorrei Annalisa come nipote: è raffinata anche col reggicalze e ha un’intonazione perfetta. Quando si stancherà di cantare canzoni commerciali avrà una grande fortuna, perché queste non rimarranno mentre quelle melodiche sì».

Il patriarcato

E a proposito di giovani: «Io sto sempre dalla parte dei giovani, ma predico educazione e rispetto». Il patriarcato? Iva ricorda solo il matriarcato: «Da noi in casa comandava la rezdora col mattarello e guai se l’uomo al ritorno dai campi la contraddiceva». I femminicidi? A La Stampa Iva Zanicchi parla chiaro: «Bisogna recuperare il ruolo educativo della famiglia, e anche un po’ di educazione e galanteria. Il maschio di oggi non è più tale. Alla prima difficoltà risulta debole e vigliacco. Anche noi donne abbiamo le nostre colpe, perché abbiamo spaventato gli uomini. I ruoli andrebbero ridiscussi e riequilibrati».

La Meloni

Non dice per chi vota, ma «oggi credo in Meloni. E poi vorrei sostenere una donna. Se fosse vero che lei comanda la Rai allora io dovrei fare il sabato sera». Il ricordo di Berlusconi in lei è ancora vivo: «Non sono mai stata una sua donna, né lui me l’ha mai chiesto, ma ci volevamo molto bene. Era generosissimo. L’ho seguito in politica, anche se lui non voleva. Non è riuscito a fare quello che si prefiggeva anche perché lo hanno massacrato e pure lui ci ha messo del suo sulle donne, ma se Forza Italia regge in memoria sua qualcosa vorrà dire». Oggi tocca a Pier Silvio? «Finora è stato in ombra e ha dovuto lottare il triplo,ma si inizia a vedere che Mediaset va bene grazie a lui. E non vedo tanti “figli di” capaci come lui in giro».

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