Elezioni Basilicata, scontro su sanità e Autonomia. Schlein: «Con noi riscatto, i lucani non sono di serie B»

Per la Regione è sfida Bardi-Marrese. Oggi il palco dei leader del centrodestra

La segretaria del Pd, Elly Schlein, sul palco con Piero Marrese, candidato governatore della Basilicata del centrosinistra, durante un'iniziativa elettorale per le Regionali lucane del 21 e 22 aprile, Potenza, 18 aprile 2024. ANSA / Francesco Cutro
di Andrea Bulleri
4 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Aprile 2024, 22:51 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 09:55

La sfida nelle urne si chiuderà lunedì pomeriggio. Quella delle piazze oggi, a Potenza, con il palco unitario dei tre leader del centrodestra. A due passi dal podio calcato ieri dalla segretaria del Pd Elly Schlein. Ultime ore di campagna elettorale per le Regionali in Basilicata. Dove i partiti di maggioranza confidano nella riconferma del forzista Vito Bardi, che negli ultimi sondaggi pubblicabili (quelli di due settimane fa) era dato avanti con un vantaggio tra i 5 e i 10 punti. Mentre il campo largo dem-Cinquestelle-sinistra (ma senza Azione e Italia viva) punta sul presidente della provincia di Matera Piero Marrese. Nome al quale si è arrivati dopo un doloroso balletto di candidature lanciate, smentite, bruciate o ritirate: dall’oculista Domenico Lacerenza all’ex ministro della Salute Roberto Speranza, fino al “re” delle coop bianche Angelo Chiorazzo. Che alla fine ha scelto di non correre e sosterrà Marrese. «È stata dura, ci abbiamo messo un po’ – riconosce Schlein – Ma ora siamo tutti insieme e possiamo farcela».

IL DUELLO

C’è anche un terzo candidato, l’outsider di Volt Eustachio Follia.

Ma di fatto quello che si preannuncia è un duello, come quello di un mese fa in Abruzzo. E proprio come per l’Abruzzo, anche quella lucana – seppur più in piccolo, visto che gli elettori stavolta sono poco meno di 570mila – è una partita che inevitabilmente finirà per avere ripercussioni a Roma. Per il centrodestra, tramontato il sogno di fare filotto alle Regionali 2024, l’obiettivo è far sì che la sconfitta in Sardegna di febbraio resti una mosca bianca. E andare così in volata alle Europee di giugno. Specie per Forza Italia, che qui punta a bissare il successo abruzzese andando oltre la doppia cifra.

Per il centrosinistra, e il Nazareno in particolare, un assalto riuscito in Basilicata significherebbe riprendere fiato dalle polemiche dopo settimane di strappi, distinguo e cannoneggiamenti incrociati tra Giuseppe Conte e Schlein. E mirare – almeno – a riportare in pari il pallottoliere, 2 a 2, nelle quattro sfide regionali della prima metà dell’anno (la prossima, a giugno, sarà il Piemonte). Puntando, proprio come fatto in Abruzzo, su due cavalli di battaglia: Salute e no all’autonomia differenziata.

Elezioni regionali in Basilicata, la guida al voto. I candidati, le regole, la posta in gioco

Eccoli, i due fronti su cui Schlein dal palco di piazza Don Bosco a Potenza vuol pestare i piedi alla maggioranza. «La sanità pubblica – va giù dura la leader dem – sta cadendo a pezzi per effetto dei tagli e della privatizzazione strisciante: i medici vanno all’estero, i reparti si svuotano: il governo tolga il tetto alle assunzioni dei sanitari». Prima di salire sul palco, dopo aver toccato diverse tappe (da Matera a Melfi) va in scena l’abbraccio tra Schlein e Antonio Decaro, il sindaco di Bari ormai a tutti gli effetti in campo da candidato di punta alle Europee per il Pd al Sud: «Sì, correrò», conferma.

SERIE B

E poi c’è il capitolo autonomia differenziata targata Calderoli. La battaglia cara alla Lega di Matteo Salvini, che vorrebbe fosse legge entro le urne per Strasburgo, ma che dem e 5s vedono come il fumo negli occhi. «La Fondazione Gimbe – attacca Schlein – ha detto che sarebbe il colpo letale per la sanità pubblica. Vorrebbe dire sancire la divisione tra pazienti di serie A e di serie B. Per la destra di Bardi evidentemente i lucani sono pazienti di serie B. Noi siamo qui per aprire una stagione diversa: una battaglia di riscatto per la Basilicata». Affondo che scatena la reazione al veleno del governatore. «Chi pensa che la Basilicata sia una regione di serie B, snobbandola pubblicamente, è accanto a lei. Chieda ai suoi compagni di viaggio (citofonare chi da Potenza si è fatto eleggere a Napoli). Per me è la Champions League». Una stoccata a Speranza, che stando a retroscena smentiti dall’ex ministro avrebbe rifiutato la corsa a Potenza considerandola, appunto, “serie B” rispetto alla “nazionale”.Dopo Conte e Schlein, oggi tocca a Meloni, Salvini e Tajani. In formazione compatta insieme a Lupi, Cesa e Rotondi. Non ci saranno, invece, Renzi e Calenda, che pure sostengono Bardi. E chissà se la scommessa dei centristi di fare da ago della bilancia – a cominciare da quella dell’ex governatore Pd e recordman di preferenze Marcello Pittella, che oggi milita in Azione – stavolta otterrà i risultati sperati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA