Meloni guida il G7: «Con Kiev, no al caos mondiale». Zelensky: «Ci serve tempo ma vinceremo»

Il premier in Ucraina alla guida dei G7: «Qui è casa nostra, la difenderemo». Biden promette aiuti

Meloni guida il G7: «Con Kiev, no al caos mondiale». Zelensky: «Ci serve tempo ma vinceremo»
di Marco Ventura
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Sabato 24 Febbraio 2024, 23:53 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 13:27

«Questa è la nostra casa e la difenderemo. Questo posto è il simbolo del fallimento di Mosca e dell’orgoglio dell’Ucraina, qui i piani di Putin sono stati fermati, qui c’è la prova che l’amore per la propria terra è più forte dei missili». Giorgia Meloni è arrivata all’alba in treno a Kiev per la seconda volta come presidente del Consiglio italiano, ma la prima come presidente del G7, che ha voluto riunire proprio nel fulcro della guerra, due anni dopo l’invasione russa. Il “qui” è l’aeroporto Antonov di Hostomel, dove lei e il leader ucraino, Zelensky, parlano in ricordo di quel giorno, quella notte, in cui i paracadutisti russi si calarono sulle piste per poi lanciarsi all’assalto della capitale, Kiev. Ma furono sconfitti e ricacciati indietro. E fu allora che cominciò la lunga resilienza ucraina e la riconquista. 

Una posizione decisa

Il messaggio che il premier italiano consegna a Zelensky è netto. «Caro Volodymyr, sappi che l’Ucraina può contare su tutte le nazioni del G7 e sull’Unione europea.

Non ci siamo mai tirati indietro e non intendiamo farlo adesso, nonostante quello che dice certa propaganda». Stanno a dimostrarlo l’avvicinamento alla Ue e alla Nato, lo stanziamento recente di 50 miliardi di euro europei «per sostenere Kiev nei prossimi 4 anni, siamo qui – prosegue la Meloni – e continueremo a fornire all’Ucraina tutto l’aiuto di cui ha bisogno, per tutto il tempo necessario. Non ci sono altre opzioni». E non solo. «L’Italia c’è, e ci sarà a maggior ragione come presidente del G7. Bisogna costruire un equilibrio e solo a quel punto cercare un’altra soluzione, l’equilibrio è la precondizione, perché non si può scambiare un’invasione per la pace».

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L’avvertimento

Mette poi in guardia contro la propaganda di chi diceva che sarebbe stata «una guerra lampo, e invece sono due anni che si combatte», o che i russi avrebbero «occupato metà Ucraina e non è successo, e gli ucraini hanno riconquistato territori». Ma, soprattutto, difendere la “casa” europea in Ucraina rientra «nel nostro interesse nazionale, in Ucraina si combatte per la nostra libertà, qui si decide se il futuro del mondo si baserà sulla forza del diritto sancito dalla Carta delle Nazioni Unite o sul caos». Parole che non lasciano spazio a dubbi o equivoci, ribadite con calore all’aeroporto di Hostomel, a una ventina di chilometri da Kiev, quando cita una strofa dell’inno ucraino (“Daremo anima e corpo per la nostra libertà”) dicendo che «gli ucraini hanno dato i loro corpi e i loro spiriti per la nazione e la libertà, e siamo qui per dire loro grazie per non essere scappati e aver combattuto per loro e per le loro famiglie, è stato un atto d’amore». 

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L’omaggio ai caduti

Poi nella Cattedrale di Santa Sofia, al vertice dei 7 Grandi insieme al canadese Troudeau, al belga De Croo, alla presidente della Commissione Ue, Von der Leyen, e alla ministra degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, in vece del presidente Macron che la Meloni saluta spiegando che «ha una giornata difficile». Non può mancare l’omaggio al Muro dei caduti, e l’incontro bilaterale a Palazzo Mariinskij. Grazie all’impegno dei Paesi del G7, dice Zelensky, l’Ucraina e gli altri paesi limitrofi sanno che «non diventeranno il cortile di casa di Putin». Grazie, in particolare, alla presidenza italiana. «Sono grato che la sicurezza dell’Ucraina continuerà a essere una priorità delle democrazie più grandi. Faremo di tutto perché il 2024 diventi l’anno decisivo per ripristinare la sicurezza. I leader del G7 sanno molto bene di cosa abbiamo bisogno per proteggere i cieli e rafforzare le truppe di terra, come per continuare ad avere successo in mare, e si rendono conto che abbiamo bisogno di tempo. Ma vinceremo, e sarà il giorno più bello della nostra vita».
Col vertice era collegato pure il presidente americano, Joe Biden, impegnato a far passare al Congresso un ulteriore pacchetto di aiuti per l’Ucraina, ma che intanto sottolinea che gli Stati Uniti «continuano a appoggiare Kiev».

Il pressing

Zelensky chiede ancora una volta armi, specialmente di contraerea, e promette che nessuna arma occidentale sarà impiegata fuori dall’Ucraina, dai territori occupati. Nel documento finale del G7, i leader riaffermano «il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina». E ribadiscono la volontà di «degradare le fonti di guadagno» della Russia con ulteriori sanzioni, «ostacolandone gli sforzi per costruire la sua macchina di guerra». Ursula von der Leyen, a nome dell’esecutivo Ue, spiega che si sta lavorando per tenere congelati gli asset russi «e usarli». In particolare, per la ricostruzione. A Zelensky, Giorgia Meloni dona infine la medaglia coniata dal Poligrafico e Zecca dello Stato dedicata a «due anni di resistenza ucraina».

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