Giustizia, dalle pagelle ai magistrati alla stretta ai fuori ruolo: tutte le novità

Per i giudici parte il sistema di valutazioni con i voti e sarà più difficile chiedere l'aspettativa. Salta invece il test psico-attitudinale alle toghe

Cdm, focus sulla giustizia: dalle pagelle ai magistrati alla stretta ai fuori ruolo, tutte le novità
di Riccardo Palmi
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Lunedì 27 Novembre 2023, 19:40 - Ultimo aggiornamento: 21:31

Il consiglio dei ministri approva le "pagelle" ai magistrati e la stretta ai fuori ruolo. Salta invece l'ipotizzato test psico-attitudinale per le toghe. Due i decreti legislativi in materia di giustizia nell'odg del cdm: uno sulla delega al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e «la razionalizzazione del funzionamento del consiglio giudiziario, con riferimento alla necessità, di assicurare la semplificazione, la trasparenza e il rigore nelle valutazioni di  professionalità» dei magistrati. 

Le pagelle

Nel decreto si prevede l'istituzione del "fascicolo del magistrato" dove confluiranno tutti gli atti da lui firmati. Materiale necessario al Csm (l'organo preposto alla valutazione) per stilare le pagelle dei giudici. I criteri sono quattro: dalla “capacità”, alla “laboriosità”, passando per la "diligenza" per finire con "l’impegno". Il primo, la capacità, va inteso come il «possesso delle tecniche di argomentazione e di indagine», o ancora «la conduzione dell’udienza da parte di chi la dirige e la presiede».

Il secondo, la produttività, riguarda «numero e qualità degli affari trattati in rapporto alla tipologia degli uffici» e «tempo di smaltimento del lavoro». Il terzo, la diligenza, attiene all'«assiduità e puntualità nella presenza in ufficio, nelle udienze e nei giorni stabiliti» ma anche al «rispetto dei termini per la redazione, il deposito di provvedimenti o comunque per il compimento di attività giudiziarie». Da ultimo l’impegno concerne «la disponibilità per sostituzioni di magistrati assenti» e «la frequenza di corsi di aggiornamento».

Cosa succede in caso di giudizio negativo

Il giudizio si rinnoverà a partire da quattro anni dalla nomina per finire dopo ventotto anni di carriera. La valutazione sarà positiva (con tre gradi, ossia “discreta”, “buona”, “ottima”), non positiva o negativa. Per i bocciati (quelli con giudizio negativo), il Csm emette una nuova valutazione dopo un anno. In caso di nuova bocciatura, il magistrato può essere «dispensato dal servizio». Un caso, però, al quale si arriverà solo in un ristretto numero di ipotesi. Il primo giudizio sarà espresso dal Consiglio giudiziario, l’organo consultivo decentrato del Csm. Seguirà poi il voto finale del Csm, con la controfirma del ministro della Giustizia. Diversamente da quanto accade oggi, a dare i giudizi saranno anche gli avvocati. Alla base della riforma, la necessità di rendere effettiva una valutazione che oggi vede il 99% di giudizi positivi, lasciando spesso – secondo i critici – la scelta degli incarichi di vertice ad accordi tra correnti.

Stretta sui fuori ruolo

Scende da 200 a 180 il limite massimo di magistrati fuori ruolo. I giudici non possono chiedere questo tipo di aspettativa prima che siano passati dieci anni di effettivo esercizio della giurisdizione. E ancora, fatti salvi incarichi presso istituzioni di particolare rilievo, sono necessari tre anni di esercizio prima di un nuovo collocamento fuori ruolo se il primo incarico ha avuto una durata superiore a cinque anni. Viene inoltre codificato il principio della necessaria sussistenza di un interesse dell'amministrazione di appartenenza per consentire l'incarico fuori ruolo. 

Salta il test psico-attitudinale

Al contrario di quanto previsto, niente inserimento dei test psico-attitudinali per l'ingresso in magistratura nei decreti legislativi approvati oggi dal cdm. L'ipotesi era emersa in mattinata durante la riunione preparatoria del Consiglio dei ministri ma non ha poi trovato posto nei testi definitivi.

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