Terzo mandato, la maggioranza si è spaccata (e anche l'opposizione): cosa può succedere ora?

Sul terzo mandato la maggioranza si è spaccata e problemi sono sopraggiunti anche nelle opposizioni, in primis nel Partito Democratico. La Lega di Matteo Salvini ha già in programma di continuare la battaglia. Ora gli scenari possibili sono molteplici

Terzo mandato, la maggioranza si è spaccata (e anche l'opposizione): cosa può succedere ora?
di Monica De Chiari
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Venerdì 23 Febbraio 2024, 16:57 - Ultimo aggiornamento: 17:02

Il terzo mandato ai presidenti di Regione è un capitolo che sembra aver colpito tutti, spacca la maggioranza e divide il Partito Democratico. Nonostante le rassicurazioni da parte dei leader di governo sulla totale assenza di crisi, i dubbi crescono.

La storia

A pochi giorni dal banco di prova delle elezioni in Sardegna, in commissione Affari costituzionali del Senato sembra leggermente più sfocata la foto dal palco di Cagliari, dove sono saliti tutti i big del centrodestra a sostegno del candidato Paolo Truzzu. Ma, circoscritto al dibattito parlamentare e non portato a livello di scontro al di fuori di palazzo Madama, il 'no' di FdI e FI alla proposta della Lega, bocciata dalla commissione, assicurano i protagonisti, non ha riflessi sulla compattezza e l'attività di governo. Lo sottolinea ancora il capo di via Bellerio, Matteo Salvini, lo dichiara il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani e lo stesso fanno altri esponenti del partito di Giorgia Meloni e di Forza Italia.

La battaglia per il Veneto

Che in ballo ci sia il futuro del Veneto a guida del leghista Luca Zaia è stato, in queste settimane, rimarcato da più parti.

Ma la partita, lì, si giocherà fra un anno e la stroncatura al divieto di superare due mandati per i governatori, dunque, non segna per forza la fine del dibattito e della possibilità di portare questo risultato a casa. Sicuramente per la Lega, anche se l'esito in commissione va giudicato come dato politico evidente. Certo le preoccupazioni per Matteo Salvini non mancheranno, visto che l'obiettivo era quello di di riuscire a rosicchiare un altro mandato pieno per il governatore Luca Zaia, appunto in scadenza l'anno prossimo e per il quale, ora, di prospettive all'orizzonte non ce ne sono. L'intenzione potrebbe essere quella di riportare il dossier sul tavolo del governo a questo punto dopo le elezioni europee di giugno. Forse, ma molto probabilmente continuerà a non trovare il favore del partito della premier che più volte ha fatto capire come sulla questione non ci sia più nulla di cui discutere. Di casuale poco e niente, visto che per Giorgia Meloni la fine del mandato del leghista Zaia rappresenta una ghiotta occasione per provare a mettere un'ipoteca elettorale su una regione del nord produttivo italiano dove Fratelli d'Italia ancora non è arrivato, e di farlo al posto della Lega. Insomma, sfruttare il ribaltamento degli equilibri post 25 settembre. "Riproporremo il tema in futuro in altri provvedimenti. In Aula sul decreto elezioni non avrebbe senso vista la bocciatura registrata in commissione", assicura il primo firmatario dell'emendamento Paolo Tosato.

Le reazioni

Dal fronte delle opposizioni si tiene a sottolineare le divisioni interne alla maggioranza, ma non solo. "Siamo di fronte a una destra spaccata che non cambia mai, insofferente verso le regole democratiche, che piega le istituzioni ai suoi interessi di bottega. Ci chiediamo come, in queste condizioni, possa andare avanti il governo", osserva il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia.


Come sia andata questa prima battaglia poco importa, la guerra (se così si dovrà chiamare) è ancora lunga, come lo stesso Luca Zaia ha ricordato. E a confermare che da via Bellerio non c'è alcuna intenzione di lasciarla vinta agli alleati di governo ci pensa il segretario e vicepremier Matteo Salvini. Che avverte: "se ne parlerà nell'Aula del Parlamento che è sovrana". Senza contare che ora, a pochi giorni dalle elezioni in Sardegna, la maggioranza potrebbe dover gestire il malcontento dei sindaci e presidenti, un problema anche dell'opposizione (in particolare del Pd) che potrebbe portare a un cambiamento degli equilibri.  Nelle intenzioni del leader del Carroccio comunque, molti leggono l'ipotesi che la Lega possa ripresentare l'emendamento quando il decreto approderà nell'Aula di Palazzo Madama, e che in quel caso lo scontro possa essere maggiore e molto più pericoloso. 

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