Allarme sbarchi, il piano per la Libia

Allarme sbarchi, il piano per la Libia
di Marco Ventura
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Domenica 8 Gennaio 2017, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 08:39

ROMA La dichiarazione d'appoggio dell'Unione Europea alla nuova strategia dell'Italia sui migranti (espulsioni efficaci e rimpatri), arriva Via Twitter e porta la firma del Commissario UE agli Affari interni e all'immigrazione, il greco Dimitris Avramopoulos. «Ho accolto favorevolmente e sostengo con forza l'ampia strategia politica del ministro Minniti sulle migrazioni. La settimana prossima sarò a Roma per incontrarlo». Per la precisione, Avramopoulos incontrerà il nostro ministro dell'Interno giovedì.

I NODI
L'Italia potrà illustrare le iniziative per incrementare le procedure d'espulsione e soprattutto portarle a effetto, anche attraverso i rimpatri, poi incalzare la Commissione a far valere gli accordi sottoscritti da tutti i Paesi della UE riguardo alla ricollocazione dei richiedenti asilo (rimasta al palo per le resistenze soprattutto dei Paesi dell'Est sostenuti dall'Austria) e rilanciare la riforma delle regole di Dublino riguardo alla concessione dello status di rifugiato politico.
Attualmente, i Trattati prevedono che i migranti debbano fare richiesta al primo paese di approdo, non a quello di destinazione finale (in Italia e Grecia, invece che in Germania e nel Nord Europa). Agli occhi della UE l'Italia è troppo tollerante, anche se Avramopoulos ha annunciato la sospensione della procedura d'infrazione verso Italia e Grecia riguardo all'obbligo dell'identificazione tramite impronte digitali dei nuovi arrivati (ormai tocca una percentuale di quasi il 100 per cento).

Resta un problema che ci pone addirittura dietro la Grecia nella percezione della UE. Ai primi di dicembre, infatti, il Commissario agli Affari interni e Immigrazione ha detto che mentre l'80 per cento dei migranti che arrivano in Grecia sono realmente profughi e fuggono dalle guerre (specie dalla Siria), quelli che mettono piede in Italia sono nella stessa misura, l'80 per cento, migranti economici. Tali perciò da non rientrare neppure nei percorsi dei Trattati di Dublino, ma da dover subito essere rimpatriati. Il ministro Minniti non a caso ha pianificato di visitare i diversi paesi di provenienza per stringere accordi bilaterali e rendere più facili i rimpatri. Ultimi in ordine di tempo, Tunisia e Libia. Ma c'è un ulteriore aspetto che giovedì sarà discusso da Minniti e Avramopoulos: l'antiterrorismo.

LE AGENZIE DI SICUREZZA
Lo scorso 20 dicembre, infatti, Bruxelles ha sollecitato le agenzie di sicurezza e controllo delle frontiere a incrementare lo scambio dati per il rischio terrorismo. In particolare, va aggiornato e implementato il SIS, il Sistema informativo di Schengen, per prevenire più efficacemente gli attacchi in Europa. Diversi casi pesano. Salah Abdeslam, sopravvissuto e in carcere dopo gli attentati a Parigi del novembre 2015, fu fermato al confine franco-belga e lasciato proseguire, pochi giorni dopo il massacro. E Ibrahim El Bakraoui, uno dei kamikaze di marzo a Bruxelles, otto mesi prima della strage era sparito dopo essere stato espulso dalla Turchia in Olanda. «In futuro ha detto Avramopoulos - non si dovrà perdere una sola informazione cruciale su potenziali sospetti di terrorismo o migranti irregolari che attraversino i nostri confini esterni». E Julian King, il britannico Commissario alla Sicurezza, ha aggiunto che «molto lavoro dev'essere ancora fatto» per rendere più operativo il SIS. L'Italia oggi, più della Grecia, è il ventre molle d'Europa riguardo ai migranti. Ancora Avramopoulos, a metà dicembre, ha ricordato che il flusso attraverso l'Egeo, grazie all'accordo UE-Turchia, è calato a una novantina di migranti al giorno (rispetto ai 5-10mila di fine 2015), mentre complessivamente 777 sono stati rimpatriati in Turchia.

IL RISULTATO
Il risultato è che dal prossimo marzo la Grecia sarà riammessa nel sistema di Dublino e dovrà riprendersi i migranti illegali passati attraverso le sue frontiere nel resto d'Europa. Segnale preoccupante anche per l'Italia. Mentre in Grecia gli arrivi sono crollati del 79 per cento, in Italia secondo l'agenzia Frontex sarebbe stato raggiunto il picco di 181mila migranti passati illegalmente, pari a un aumento del 20 per cento rispetto al 2015. Dal 2010, gli arrivi dall'Africa sono decuplicati. Un punto sul quale Minniti e Avramopoulos si troveranno d'accordo è la necessità di maggiori investimenti in Africa per prevenire col progresso economico e sociale nuovi esodi. La strategia comincia a esserci, l'Europa non ancora.