Amatrice, il grido degli allevatori abbandonati: «Gettiamo il latte nelle fogne»

Il dramma degli allevatori
di Raffaella Troili
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 18:42

Cento quintali di latte finiti nelle fogne, un solo allevatore a Grognale ne ha buttati 20 quintali. Nelle frazioni di Amatrice e Accumoli continua l'isolamento per chi ha scelto di rimanere vicino al bestiame, che è poi la sua fonte di guadagno e la sua vita. Per giorni hanno atteso che le strade fossero liberate, in modo da poter raggiungere quel che resta delle stalle.

Ora che le turbine sono arrivate e le strade percorribili nessuno è passato a ritirare il latte: dunque la produzione da qualche giorno viene completamente buttata. Gli allevatori sono esausti, troppi giorni rimasti bloccati sotto la neve: famiglie con bambini dentro casette di legno completamente sommerse, non hanno foraggio, le stalle crollano, le bestie muiono. «Ci hanno aiutato solo i volontari, lo Stato, la Regione ci hanno abbandonati. Così non ha più senso mantenere in vita un animale se poi non si riesce a portare a buon fine il lavoro».

E' cosi in molte altre frazioni, da Bagnolo altra frazione Barbara racconta: «Siamo rimasti bloccati con la neve, il terremoto ci ha stremati definitivamente, ha finito di spallare quel poco che è rimasto nel paese, nel frattempo gli spazzaneve non sono passati per giorni così siamo rimasti bloccati nelle case, con le stalle inagibili, le mucche che non sapevo dove mettere. L'altra mattina siamo saliti sopra quel che resta della stalla c'erano due metri di neve accumulata e avevamo paura cascasse il tetto sopra le mucche: mentre eravamo li sopras è arrivato il terremoto, ciondolavamo, guardavo davanti a me la mia casa inagibile che faceva su e giù.

Stiamo messi male e non riusciamo a uscrine, non ci hanno mai portato le stalle, hanno montato le tensostrutture e le hanno lasciate a metà, gli animali stanno fuori, mucche, asini, cavalli, maialini non sappiamo dove metterli, non sappiamo come andare avanti. Non ci ha aiutato nessuno. Con le pale ci creiamo delle stradine da soli, che poi la neve ricopre.

Ma non ci dà retta nessuno: i vigili del fuoco mi hanno detto che ci sono alter emergenze, l'esercito che tante altre frazioni stanno come e peggio di noi, al Coi,  al Coc i telefoni squillano a vuoto, non risponde nessuno, la legna per fare il fuoco è sotterrata dalle neve, le fontanelle dell'acqua sommerse e impraticabili, i mezzi, i trattori fermi. Stiamo veramente messi male e nessuno ci aiuta, ci da una mano, così non andiamo avanti, qualcuno deve fare qualcosa per noi. Al posto delle stalle ci hanno dato due gazebi: sono crollati, meno male che non ci avevamo messo gli animali.

Continuiamo a spalare per conto nostro, ci hanno abbandonati qui».

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