Montella, anziani picchiati e minacciati: «Mia madre picchiata ora teme anche noi»

Montella, anziani picchiati e minacciati: «Mia madre picchiata ora teme anche noi»
di ​Paolo Panaro
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Venerdì 21 Ottobre 2016, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 22:03
«Ho affidato mia madre a persone che conoscevo per assicurarle una buona assistenza e invece l’hanno maltrattata e picchiata. Non immaginavo che in quella casa di cura maltrattassero gli anziani, altrimenti avrei tenuto mia mamma con me a casa». Rompe il muro del silenzio, Paolo Delli Bovi, 63enne di Montella dove con la famiglia gestisce una pasticceria al centro del paese. Per due anni, sino a martedì, quando i carabinieri hanno effettuato il blitz alla casa di cura hotel Stella nel centro di Acerno la mamma di Paolo Delli Bovi, la signora Maria, è stata ospitata in quel centro per anziani. «Sono incredulo - continua Delli Bovi – mia mamma ha 90 anni ed ha problemi di udito e di vista, negli ultimi mesi le sue condizioni di salute si sono aggravate e ora non parla più. Ho visto i video realizzati dai carabinieri per televisione e si nota mia mamma che viene picchiata». 

La signora Maria, stando alle indagini dei carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretti dal capitano Erich Fasolino, ha subìto molti episodi di maltrattamento all’hotel Stella. «Conoscevo bene i gestori di quella casa di riposo – dice Delli Bovi – ed anni fa lì è stato ospitato mio zio. Poi, mia mamma aveva bisogno di assistenza specifica ed ho deciso con i miei familiari di farla ospitare nella stesa casa di cura. Ora abbiamo scoperto che veniva maltrattata. Quando i carabinieri mi hanno chiamato per trasferire mia mamma e mi hanno detto cosa era accaduto mi è caduto il mondo addosso. Sinceramente mi sento tradito da quelle persone che gestivano quella casa di cura dove sono accaduti i maltrattamenti». Negli ultimi mesi le condizioni di salute dell’anziana sono peggiorate. «Mia nipote Simona – ribadisce Delli Bovi – aveva notato che le condizioni di salute di mia mamma erano peggiorate e me lo ha riferito, ma credevamo che dipendesse dall’età avanzata. Ora abbiamo scoperto che è stata picchiata e quando ci avviciniamo a lei ha paura anche di noi». 

L’anziana di Montella è stata strattonata e sbattuta dalle operatrici sulle sedie. Più volte. Gli operatori della casa di cura la chiamavano «zia Maria». Terribile uno degli episodi emerso dalle indagini: mentre cammina, la signora Maria viene bloccata da una delle operatrici che afferra l’anziana per un braccio, la conduce con forza verso una sedia, poi la spinge violentemente sulla sedia e la fa sedere. La stessa scena si ripete due minuti dopo e l’operatrice dopo aver bestemmiato sbatte di nuovo l’anziana sulla sedia. L’anziana viene presa per il bavero della giacca dall’operatrice, che la colpisce più volte al petto per farla stare immobile. 

Al centro dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Salerno c’è Roberto Di Lascio, che è l’amministratore della società Villa Ligea srl che gestiva la casa di cura, e altre diciassette persone che con vari ruoli lavoravano nella struttura dove venivano maltrattati e picchiati gli anziani. Per gli inquirenti Di Lascio - come si evince dall’ordinanza - «ha avuto comportamenti offesivi e violenti nei confronti delle persone ricoverate». Un anziano gli chiede: «Roberto posso avere un bicchiere di aranciata che ho la gola secca? Non vado di corpo». Di Lascio, intercettato dagli investigatori, risponde urlando: «Ogni volta che vengo io non vai di corpo e tieni la gola secca… mo non rompi più il disco finche non vengono i parenti tuoi fra tre, quattro mesi». L’anziano risponde «vabbè», poi viene intercettata una voce di donna, di un’operatrice che dice: «Vuole pure il caffè Robè». L’anziano tra le mani ha una moneta e chiede a Roberto Di Lascio di compragli dei wafer: «No. No non ti compro niente», risponde Di Lascio con tono arrogante.
Nell’ordinanza gli inquirenti ribadiscono che spesso poi questo tipo di atteggiamento sfocia in vere e proprie violenze nei confronti degli anziani. Addirittura Di Lascio afferra per un braccio un ospite e lo trascina sul pavimento facendo il giro di tutta la sala tv. Raggiunto al telefono, ieri, Roberto Di Lascio ha detto: «I giornalisti hanno scritto un sacco di schifezze» ed ha chiuso subito la conversazione. Nel pomeriggio, poi, si è recato dai carabinieri della stazione di Acerno per segnalare di aver ricevuto telefonate anonime con minacce di morte. Sulle circostanze riferite da Di Lascio sarà avviata un’accurata indagine. 

Nessuno, probabilmente, sospettava che la casa di cura hotel Stella era diventata un lager. Forse non lo avrebbero sospettato nemmeno i carabinieri che hanno avviato le indagini quando due ex dipendenti della casa di cura hanno varcato la soglia della caserma dei carabinieri di Acerno ed hanno segnalato gli episodi di maltrattamento subiti dagli ospiti, confermati poi dai video e dalle tante intercettazioni ambientali effettuate dagli investigatori. 
 
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