Treviso, bullizzata per il suo peso: la rivincita di una 15enne in una lettera ai compagni

Bullizzata per il suo peso, la rivincita di una 15enne in una lettera ai compagni
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Giovedì 14 Settembre 2017, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 16:44
«Grazie per avermi lasciata sola a raccogliere i pezzi rotti di me stessa e fatto in modo che li rimontassi a mio piacimento così da sembrare più forte; grazie perchè adesso il mio fisico è cambiato. Non so se è migliorato perchè ho perso quei pochi chili che avevo in più di cui mi vergognavo, dopo tutte le vostre critiche poco costruttive ma pesanti, perchè eravate in tanti se non troppi a farle». È uno dei passi che un'alunna 15enne dell'Istituto enologico Cerletti di Conegliano (Treviso) ha voluto pubblicare nel giornalino scolastico per denunciare i compagni 'bullì che l'hanno perseguitata. Il foglio scolastico, come riportata il Corriere del Veneto, titola non a caso "Lettera aperta di una vittima del bullismo".

«A tutti voi - esordisce la ragazza - che nel corso della mia vita vi siete solo impegnati a 'divertirvi' con le mie emozioni, sottolineando i miei difetti anche più nascosti, distruggendomi interiormente senza rendervene conto, voglio dire grazie». Il Cerletti, che forma i futuri professionisti del vino, è lo stesso istituto che frequentò il governatore del Veneto Luca Zaia.
Già nel 2015 fu sospesa un'intera classe per
«atteggiamenti offensivi» nei confronti degli insegnanti, con gli allievi costretti a scontare la punizione facendo volontariato in una casa di cura».

La lettera si chiude così: «Voglio solo dire un altro grazie a tutti quelli privi di cuore nei miei confronti. Sapete perchè vi ringrazio? Perchè, nonostante tutto, la vostra ignoranza mi ha resa più forte e ho sempre mantenuto il sorriso davanti a voi, non lasciandovela vinta». Per Lino Benacchio, professore di Lettere che coordina il giornalino scolastico, «é un testo brutale, sincero, che costringe tutti, studenti e insegnanti, a riflettere su quanto accade in qualunque istituto». Anche per la preside Damiana Tervilli, che si dice orgogliosa della studentessa, «scrivere questa lettera e poi decidere di pubblicarla è stato un atto di straordinario coraggio, un gesto di ribellione ai soprusi ma anche di fiducia nei confronti del mondo degli adulti e della scuola».
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