Eutanasia, due anni tra stop e rinvii: così la legge resta al palo

Eutanasia, due anni tra stop e rinvii: così la legge resta al palo
di Antonio Calitri
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Lunedì 27 Febbraio 2017, 08:13
Dopo due anni di lavori, la legge sul testamento biologico è pronta per lo sbarco nell'aula di Montecitorio per l'approvazione ma tra rinvii, ostruzionismo e soprattutto per la possibile chiusura anticipata della legislatura rischia, di non arrivare all'approvazione finale visto il passaggio da fare in Senato. E questo nonostante la sempre più forte attenzione degli italiani sulla questione e i numerosi appelli a dotare il paese di una normativa su questo argomento.
Anche i numeri sulla carta ci sono visto che gran parte del Pd e del M5s sono d'accordo su questo testo. L'allarme è scattato qualche giorno fa, dopo che la data per l'arrivo del testo approvato dalla Commissione Affari sociali in aula per il dibattito e la votazione, previsto per il 30 gennaio, prima era stato spostato al 20 febbraio e poi, di nuovo a marzo, in attesa del calendario ufficiale del prossimo mese.

LA FIDUCIA
«Si è trattato di un problema tecnico - spiega al Messaggero la relatrice del testo Donata Lenzi (Pd) - perché con la richiesta di fiducia che c'è stata, le commissioni si sono dovute fermare e mancava ancora il parere indispensabile delle commissioni giustizia e affari costituzionali. Adesso aspettiamo il calendario dei lavori ma credo che il testo arriverà in aula all'inizio di marzo».

Secondo le indiscrezioni circolate in questi giorni, dovrebbe essere 6 marzo, ma non sarà una passeggiata visto che trattandosi di materia etica, i tempi sono raddoppiati e dovendo fare poi l'intero iter in Senato, il rischio è che non si arrivi all'approvazione finale soprattutto se la legislatura finisce prima del tempo.

Eppure, spiega la relatrice Lenzi, «al di là di qualche critica che si sente, questa volta siamo stati molto veloci. L'iter è iniziato esattamente due anni fa, il 4 febbraio 2015 è stato incardinato il testo in commissione, partendo da 16 proposte di legge molto diverse, da quelle che si ispiravano al testo Calabrò (Raffaele, PDL, ndr), della precedente legislatura a quelle che si avvicinavano all'eutanasia. E' stato un lavoro di mediazione ma alla fine penso che si sia trovato un testo equilibrato, che rispetta tutti e devo dire che siamo anche riusciti a lavorare velocemente. Per un po' forse presi da altre problematiche ci hanno fatto lavorare abbastanza tranquillamente e anche l'ostruzionismo è stato limitato. Poi, quando si sono accorti che eravamo in fase finale è incominciato un ostruzionismo più forte, sono stati presentati 3.200 emendamenti che è il numero più elevato ricevuto in questa commissione e che poi grazie al lavoro di mediazione del presidente della commissione Mario Marazziti, sono stati ridotti a 288. Abbiamo avuto un confronto serrato, anche una seduta notturna tra le proteste ma alla fine abbiamo raggiunto il traguardo».

Al centro del testo non solo le DAT, le disposizioni anticipate di trattamento che permettono di decidere quali trattamenti voler ricevere in futuro in caso non si è più in grado di decidere e che vincolano il fiduciario pur lasciandogli la possibilità di modificare alcune cose, ma anche la revisione del consenso informato. Praticamente, quel modulo che attualmente viene fatto firmare in automatico a chi fa un esame sanitario, un intervento o delle cure, viene ripensato affinché il paziente venga davvero informato delle conseguenze e gli dia realmente la possibilità sia di darlo o di non darlo e ancora, è questo è stato il punto di rottura, di revocarlo una vola dato, se ha cambiato idea.

BATTAGLIA ANNUNCIATA
Adesso mancano pochi giorni per la prima vera prova di fuoco in aula con la LegaNord (che in commissione aveva già presentato un migliaio di emendamenti ostruzionistici) che insieme a Fratelli d'Italia (assente in commissione) ha annunciato una durissima battaglia, così come alcuni singoli parlamentari cattolici come Eugenia Roccella e Paola Binetti, mentre non si conosce ancora la posizione che avrà Ncd. Nonostante questo, per Lenzi «sulla carta c'è una grande maggioranza a favore e penso che entro aprile il testo dovrebbe essere approvato». A quel punto approderà al Senato dove, conclude la relatrice, «anche qui i numeri sulla carta ci sono visto che sia il Pd che M5s sono a favore. Discorso diverso sui tempi. Se la legislatura va a scadenza naturale i tempi tecnici per l'approvazione finale ci sono tutti, se si interrompe prima, sarà difficile che veda la luce».
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