La mamma di Fortuna: «Ho sempre saputo che erano stati loro. Ora marciscano in galera»

La mamma di Fortuna: «Ho sempre saputo che erano stati loro. Ora marciscano in galera»
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Venerdì 29 Aprile 2016, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 15:24

«Da una parte sono contenta perché ho avuto giustizia, dall'altro dico che quei due devono marcire in carcere perché hanno ammazzato mia figlia». Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna uccisa a 6 anni dopo aver subito abusi sessuali, commenta con l'ANSA l'arresto dell'uomo accusato dell'omicidio. Se la prende anche con la compagna dell'uomo, sua vicina di casa, in carcere per violenza su un'altra bimba di tre anni, e a loro dice: «Voglio guardarvi in faccia per capire perché lo avete fatto».
 




"SEMPRE SAPUTO CHE ERANO STATI LORO" «Sono sempre stata sicura che fossero stati loro, l'ho sempre detto. Forse si è perso troppo tempo, due anni. Io l'ho detto da quel giorno. Mia figlia amava la vita, non poteva essersi buttata giù. L'ho sempre saputo che era stata uccisa». Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna, ha sempre ripetuto, da quel 24 giugno 2014, che sua figlia era stata uccisa. E da sempre aveva detto che «tra quelle case c'era qualcuno che sapeva». «Lui non l'ho mai incontrato, ma a lei l'ho chiesto e ha sempre negato - dice Domenica - Lei è malata e c'è anche un'altra persona che sapeva tutto, la mamma di quella donna». «Qui c'è un altro bimbo morto come Fortuna, il piccolo Antonio - aggiunge Fortuna - cosa dicono quei due del piccolo Antonio, cosa?». 

La svolta nelle indagini, arrestato il compagno della vicina

Ha sempre chiesto ai residenti del Parco Verde di Caivano (Napoli) di raccontare quello che sapevano sulla morte di sua figlia Fortuna, uccisa a soli sei anni, quello che avevano visto. Oggi è stato arrestato chi avrebbe ucciso sua figlia. «Ma anche oggi tutti sono rimasti in silenzio - dice Domenica Guardato - anche oggi tutti omertosi».

 

Domenica, Mimma come la chiamano gli amici, fino a quindici giorni fa era in una città della Lombardia. Poi è tornata a Caivano. «Pensavo, speravo, che oggi, almeno oggi, qualcuno di questo maledetto parco venisse da me per dirmi qualcosa, un abbraccio, ed invece niente. Qui c'è sempre stato e sempre ci sarà il silenzio». «Io so solo che ora mi ritrovo ad essere l'unica condannata - dice ancora - perché mi ritrovo con un dolore immenso, che non passerà mai. Perché amavo Fortuna, come solo una mamma può fare e me l'hanno uccisa. E ad oggi non so ancora perché». 
 
 

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