Tesoro Angiolillo, la Guardia di Finanza: evasione fiscale per Bianchi Milella

Tesoro Angiolillo, la Guardia di Finanza: evasione fiscale per Bianchi Milella
3 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Aprile 2016, 20:07 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 08:50
Il nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Campobasso nei giorni scorsi ha notificato a Marco Oreste Bianchi Milella un accertamento per presunta evasione fiscale di circa sei milioni di euro, oltre gli interessi e le sanzioni. La contestazione fiscale, per Irpef evasa nel 2010, è legata alla vicenda del 'Tesoro Angiolillò nella quale è imputato per appropriazione indebita aggravata. Le Fiamme gialle hanno chiesto anche il sequestro del 'Villino Giulià di Roma, visto che il prestigioso immobile che si affaccia su Piazza di Spagna, messo in vendita per 35 milioni di euro, risulta di fatto nella disponibilità di Bianchi Milella, figlio di primo letto di Maria Girani, la 'regina dei salotti romanì, seconda moglie del senatore Renato Angiolillo, fondatore ed editore del quotidiano «Il Tempo». Alla morte dello stesso, nel 1973, Maria Girani divenne usufruttuaria della milionaria collezione di gioielli del marito, con l'obbligo di restituirla ai tre figli del senatore, unici eredi legittimi in base alla legge dell'epoca, una volta passata a miglior vita. Ma quando morì, nel 2009, la collezione di gioielli, stimata per oltre 100 milioni di euro, sparì nel nulla. Di qui l'inchiesta della Procura di Campobasso aperta nel 2010 dal pm Fabio Papa, ora trasferita per competenza territoriale a Roma, dove mercoledì 4 maggio Marco Bianchi Milella si troverà sul banco degli imputati per rispondere del reato di appropriazione indebita aggravata dei gioielli. Il processo penale si terrà davanti a Carmela Squicciarini, giudice dell'ottava sezione penale del Tribunale.

Intanto emergono altre novità: l'Agenzia delle Entrate di Aosta nei mesi scorsi gli avrebbe contestato, per redditi sottratti al Fisco per gli anni di imposta 2009-2010, diversi milioni di euro tra imposte non versate, sanzioni e interessi poichè, quando era residente in Italia a Prè-Saint-Didier (Aosta), suo ultimo domicilio fiscale prima di trasferirsi nel 2011 a Montecarlo, non avrebbe inserito nelle relative dichiarazioni dei redditi il valore dei gioielli, sottratti agli eredi del senatore Renato Angiolillo, nonchè i proventi milionari della loro vendita. Renato Angiolillo Jr, nipote del senatore, difeso dall'avvocato penalista Luigi Iosa, con un esposto ha messo la Guardia di Finanza sulle tracce del diamante rosa, noto come il 'Princie Diamond', appartenuto al nonno, venduto all'asta a New York nel 2013 dalla famosa casa d'aste Christiès per 40 milioni di dollari a un acquirente riconducibile all'Emiro del Qatar.

Il 'Princie Diamond' sarebbe stato venduto per circa 20 milioni di dollari da Marco Bianchi Milella a Ginevra, tramite una società del gioielliere svizzero Hervè Louis Fontaine, imputato a Roma il 4 maggio per ricettazione aggravata.
La Guardia di Finanza di Campobasso sarebbe venuta in possesso, grazie al processo civile intrapreso a New York dai cinque eredi del senatore Angiolillo, difesi dall'avvocato americano Edward Kelly, contro la casa d'aste Christiès, del bonifico di circa 20 milioni di dollari ricevuto nel 2010 da Bianchi Milella su un conto svizzero da parte di una società, con sede nelle Isole Vergini Britanniche, riconducibile ai due noti gioiellieri di origine ebraica David e Ishaia Gol. Il provento di questa vendita non sarebbe stato dichiarato nel 2011 da Bianchi Milella all'Agenzia delle Entrate di Aosta, dove presumibilmente la Procura di Campobasso invierà il fascicolo d'indagine per evasione fiscale aperto nel 2014. Dovrebbe essere invece la Procura di Roma, guidata da Giuseppe Pignatone, ad occuparsi delle ipotesi di riciclaggio e ricettazione internazionale in merito alla vendita e all'acquisto del diamante rosa, pezzo di maggior pregio della collezione Angiolillo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA