Inchiesta Petrolio, il vice di Confindustria Lo Bello indagato per associazione a delinquere

Inchiesta Petrolio, il vice di Confindustria Lo Bello indagato per associazione a delinquere
di Sara Menafra
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Domenica 17 Aprile 2016, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 10:41

ROMA Un comitato d'affari «diretto a interferire sull'esercizio delle funzioni di istituzioni, amministrazioni pubbliche e di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale». Una lobby che aveva trovato in Federica Guidi lo «strumento inconsapevole» dei propri desiderata. Ma soprattutto, un gruppo che vedeva come membri dell'associazione a delinquere anche il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello e Paolo Quinto, capo segreteria del capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro.
Gli atti depositati al tribunale del riesame di Potenza nell'ambito dell'inchiesta sulla cricca del petrolio, descrivono l'esistenza di «vere e proprie lobby affaristiche dirette ad interferire sull'esercizio delle funzioni di istituzioni, amministrazioni pubbliche e servizi pubblici essenziali di interesse nazionale». Un gruppo difficile da individuare, dicono gli atti raccolti dal procuratore Luigi Gay, l'aggiunto Francesco Basentini e la pm Laura Triassi, «per l'appartenenza di alcuni dei sodali a ramificazioni significative delle stesse istituzioni». I nuovi documenti, però, confermano che del «quartierino» faceva parte, come «partecipante», anche Lo Bello, assieme a Paolo Quinto, mentre l'ex compagno della Guidi Gianluca Gemelli e Nicola Colicchi, ex rappresentante della Compagnia delle opere, ne erano i «promotori».

GLI INTERESSI SULLA DIFESA

C'è un altro elemento che trova conferma negli atti ora pubblici: il gruppo non si sarebbe dedicato solo agli affari relativi al porto di Augusta, ovvero all'idea di ottenere l'uso dei pontili per trasformare l'area parzialmente militare nel più grande centro di stoccaggio di greggio d'Europa (vicenda che coinvolge l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi). Tra gli interessi sui quali il «quartierino» - come lo chiamava Federica Guidi - aveva puntato gli occhi c'erano anche un progetto di «Sistema di difesa e sicurezza del territorio» da attuare in Campania, disegni futuri su ulteriori impianti energetici e un occhio puntato sul programma Tetra del ministero degli Interni. Nelle informative della Squadra mobile guidata da Carlo Pagano, spunta anche un riferimento a Fabrizio Vinaccia della Mbda Italia spa (società della galassia Finmeccanica), in passato ambasciatore in Bielorussia e Tagikistan del sovrano ordine di Malta. Proprio Vinaccia, stando agli atti, punterebbe al «programma Sistemi di difesa e sicurezza del territorio» in Campania al cui «interno verrà inserita la video sorveglianza ai missili».
Ai rapporti con la politica, invece, avrebbero pensato in particolare Paolo Quinto e Nicola Colicchi. L'organizzazione faceva «leva - si legge negli atti che ricostruiscono l'inchiesta - soprattutto al fine di ottenere nomine di pubblici amministratori compiacenti o corruttibili, sul contributo di conoscenze ed entrature politico-istituzionali acquisite in anni di militanza politica da Quinto e Colicchi». Tra questi Alberto Cozzo, anche lui indagato, commissario straordinario del porto di Augusta confermato al suo posto dal ministro Graziano Delrio.

GUIDI «STRUMENTO»

Nei «casi limite» quando Quinto e Colicchi «non riuscivano ad attivare per tempo i propri canali ”politici”», Gemelli interveniva assicurando «comunque il risultato sperato» facendo pressioni sulla compagna Federica Guidi, divenuta «inconsapevole strumento di quello che lei stessa non aveva mancato di individuare quale vero e proprio ”clan”» che aveva appunto Gemelli come membro imprescindibile». Nel complesso, l'organizzazione, «rudimentale» «ha mostrato di essere pernamentemente impegnata in attività con finalità lecite ma perseguite attraverso condotte illecite». Attraverso il proprio avvocato, Giuseppe Di Noto, Paolo Quinto ha dichiarato di essere «assolutamente estraneo ai fatti, non ha ricevuto avvisi di garanzia e chiarirà presto la sua posizione». Ivan Lo Bello ha espresso fiducia nella magistratura chiedendo di «essere sentito quanto prima per chiarire ogni cosa». E' possibile però che già la prossima settimana i pm di Potenza decidano di convocarli per ascoltare la loro versione.