Maltempo, i climatologi: «Tornado sempre più frequenti le città ripensino la sicurezza»

Maltempo, i climatologi: «Tornado sempre più frequenti le città ripensino la sicurezza»
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 7 Novembre 2016, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 15:33
Un avvertimento per il futuro. Prepariamoci perché precipitazioni molto intense e concentrate in poco tempo saranno sempre più frequenti. Significa allagamenti, crolli, alberi che cadono, danni in una città come Roma che appare ogni giorno più fragile, a cominciare, per fare un esempio, dagli 80 mila alberi a rischio. Ma è proprio da questo punto fermo che bisogna partire puntando su prevenzione e manutenzione dei quartieri se Roma vuole limitare gli effetti devastanti di questi fenomeni atmosferici.

COSA CI ASPETTA
Tornado, trombe d’aria, temporali come quelli che hanno investito ieri il Litorale e Roma Nord si ripeteranno. Cosa sta succedendo? Antonello Pasini, climatologo del Cnr e docente di Fisica del Clima a Roma Tre, spiega: «Le temperature si stanno alzando e, in parallelo, sta cambiando il tipo di pioggia. Per capirci: rispetto al passato non c’è un aumento delle precipitazioni, ma le piogge sono molto più intense e concentrate nel tempo. Questo causa gravi danni alle città». Ci siamo abituati a parlare di clima tropicale, ma forse è una semplificazione. «Certo - replica Pasini - non è una definizione corretta, ma ci aiuta a comprendere come sta cambiando il clima. In altri termini: ciò a cui abbiamo assistito nella zona di Roma è un avvertimento su ciò che ci aspetta in futuro, con fenomeni temporaleschi sempre più forti e concentrati».

Ma una metropoli come Roma cosa deve fare per evitare che questi fenomeni atmosferici abbiano conseguenze devastanti e causino morti, come avvenuto ieri? «Le nostre città, non solo la Capitale, sono fragili - replica Pasini - Bisogna prepararci a cambiare, visto che anche il clima sta mutando. Faccio un esempio: i platani che ci sono sul Lungotevere a Roma sono vulnerabili di fronte a queste improvvise ondate di maltempo. Forse dovremmo pensare a sostituirli o comunque a una cura maggiore delle piante. Allo stesso modo bisogna avere la lungimiranza di investire sulla pulizia dei tombini, delle caditoie, delle fogne. Bisogna intervenire in maniera strutturale, non emergenziale». Roma rischia di più in autunno, anche perché il mare è ancora caldo e libera energia in atmosfera. Pasini ricorda, tra l’altro, che questo tipo di precipitazioni è deleterio non solo in città, ma anche in campagna, per l’agricoltura e per i fenomeni franosi. «La verità - aggiunge – è che dobbiamo ridurre i gas serra in atmosfera per evitare che i problemi legati al riscaldamento globale siano ingestibili».

PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
Elvidio Lupia Palmieri, già preside di Scienze alla Sapienza, docente di Geografia fisica, è più prudente nel collegare gli effetti del riscaldamento delle temperature ai mutamenti climatici, però concorda: «L’innalzamento della temperature dalla rivoluzione industriale ad oggi c’è, è indubbio; ancora però è presto per avere certezze sui collegamenti con i mutamenti climatici. Detto questo, deve prima di tutto valere un principio di precauzione e deve cambiare l’efficacia della manutenzione della città che a Roma è carente. Penso alle condizioni delle nostre fognature o alla cura delle piante, che a Roma è assai trascurata. Investiamo sulla prevenzione, altrimenti questi episodi sono destinati a ripetersi».

 
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