Lecce, l'autopsia stabilisce che Noemi è stata picchiata prima di essere accoltellata

Lecce, l'autopsia stabilisce che Noemi è stata picchiata prima di essere accoltellata
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Venerdì 22 Settembre 2017, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 08:47

Prima di essere uccisa Noemi Durini è stata picchiata, probabilmente a mani nude, e successivamente è stata accoltellata al capo e al collo. Lo ha stabilito l'autopsia. I medici legali hanno riscontrato sul cadavere della sedicenne «lesioni contusive multiple da picchiamento al capo e agli arti e lesioni da arma bianca al capo e collo».

Come era già emerso ieri, nel cuoio capelluto della sedicenne di Specchia (Lecce) è stata trovata la punta del coltello utilizzata per il ferimento ed è confermata la circostanza, già emersa, che sul cadavere della ragazzina non sono presenti segni di pietrate. L'autopsia è stata compiuta tre giorni fa dal medico legale nominato dalla Procura, Roberto Vaglio, e dal consulente della famiglia della vittima, il medico legale barese Francesco Introna. L'omicida reo confesso, il fidanzato 17enne della ragazzina, è attualmente detenuto in Sardegna con l'accusa di omicidio premeditato.

La lama curva, più larga alla base per finire all'estremità ben appuntita, meno lunga del palmo di una mano, col manico di plastica invece di lunghezza maggiore: è la descrizione del coltello da cucina, di quelli usati per sbucciare frutta e ortaggi, che il 17enne fidanzato della sedicenne Noemi avrebbe usato per colpire e uccidere la sua fidanzata. E' stato lo stesso giovane reo confesso, attualmente detenuto presso l'Istituto penale per i minorenni di Quartucciu (Cagliari), in Sardegna, a disegnarlo agli inquirenti su un foglio di carta, durante l'interrogatorio del 13 settembre scorso, affermando di non ricordarsi dove lo avrebbe occultato. Il disegno compare tra gli atti acquisiti dagli investigatori. 

Il 17enne, nel corso dell'interrogatorio, ha riferito di avere avvolto il coltello nella maglietta che indossava e di averlo occultato in una buca fatta nella terra in una zona di campagna in agro di Castrignano del Capo (Lecce), ma non vicino al luogo in cui é avvenuto il delitto. In ogni caso il ragazzo non è stato in grado di indicare il luogo perché in quei momenti era molto agitato.

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