Palermo, si arrampica su un tetto vestito da Uomo Ragno per protesta: da 12 anni non può rivedere suo figlio

Palermo, si arrampica su un tetto vestito da Uomo Ragno per protesta: da 12 anni non può rivedere suo figlio
di Mario Meliadò
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Martedì 19 Settembre 2017, 20:35 - Ultimo aggiornamento: 23:42
L’Uomo Ragno sui tetti, nel cuore di Palermo. Stavolta, però, Peter Parker non c’entra niente. Bernardo “Nando” Sandovalli, 52 anni il prossimo 22 ottobre, è un normalissimo cittadino palermitano, ma oggi per lui è un tristissimo anniversario: ricorrono infatti ben 12, lunghissimi anni durante i quali Sandovalli non ha mai potuto rivedere l’amato figlio Gabriel. Per questo l’uomo ha pensato d’infilarsi un costume da Spiderman, salire sull’impalcatura del tetto dell’Istituto delle Croci – in piazza Mordini, all’angolo con via Libertà – e attuare la clamorosa protesta che aveva progettato. Traffico immediatamente in tilt, per i tanti curiosi e le diverse “volanti” della Polizia accorse sul posto insieme a una squadra di Vigili del fuoco.
 
Il 29 luglio scorso, il ragazzo è anche diventato maggiorenne, ma il neodiciottenne Gabriel continua a vivere con la madre e i nonni materni. Fin qui, per il padre ogni tentativo d’abbattere il “muro” affettivo e giuridico (per via della revoca della patria potestà) che lo separa dal figlio ormai dal 2005 s’è rivelato inutile, eppure per rivedere Gabriel ha fatto di tutto: battaglie legali, iniziative di sensibilizzazione, persino una pagina Facebook intitolata “La storia di Gabriel” e seguita da oltre 1.600 utenti del popolarissimo social network. Uno spazio virtuale in cui spiega i dettagli e le ragioni delle sue annose proteste; tuona contro le «giudici femministe» che gli avrebbero ingiustamente sottratto la possibilità di riabbracciare il suo “bambino”; lancia i suoi anatemi per i «papà-mostri costruiti a tavolino» e contro le presunte ingiustizie che avrebbe subìto: ultima della serie, nel gennaio scorso, l’accusa di stalking che gli è costata la diffida a non avvicinarsi a più di 500 metri dall’abitazione del figlio.
 
Proprio su questa pagina Facebook, Sandovalli aveva implicitamente annunciato quella che sarebbe stata la sua prossima mossa “sopra le righe”: «Mi sto allenando per qualcosa di più efficace!», si legge nel post pubblicato il 9 agosto scorso. Era, evidentemente, l’arrampicata travestito da quel superoe della Marvel che nell'immaginario collettivo è un “maestro” del climbing: l’Uomo Ragno, appunto.

Solo che, per l’obnubilamento o forse per l’emozione del momento, stamattina Nando Sandovalli ha minacciato più volte di saltare giù dal ponteggio, sfracellandosi. «Non sono pazzo, voglio stringere forte mio figlio tra le mie braccia: Gabriel abita a pochi metri da me, eppure se oggi lo vedessi forse nemmeno riuscirei a riconoscerlo», ha replicato il palermitano autore della singolare iniziativa, dopo che i vigili del fuoco – che l’avevano raggiunto mediante una scala – l’hanno persuaso a rinunciare a quelli che apparivano insani propositi.
 
Già altre volte, peraltro, il colorato costume da Spiderman è stato usato a scopi “sociali”: ultima occasione alla fine dello scorso mese di marzo, quando il 47enne toscano Mauro Merlino percorse a piedi 400 km, da Modena fino ad Amatrice, per recarsi a solidarizzare – vestito proprio da Uomo Ragno – con le popolazioni colpite dal sisma in Centro Italia. 

 
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