Protezione civile, errori e ritardi: l'intervento del Viminale

Protezione civile, errori e ritardi: l'intervento del Viminale
di Valentina Errante
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 12:55

ROMA Errori di valutazione e un concorso di colpe: il disastro meteo che si è abbattuto sulle regioni dove l'emergenza è costante da cinque mesi ,e migliaia di uomini lavorano senza sosta, è stato trascurato. Un dato su tutti: dopo settimane di allarme neve, centinaia di comuni isolati, un black out che riguarda oltre 100mila utenze in Abruzzo, lo stato di emergenza, che avrebbe portato uomini e mezzi sul territorio, è stato chiesto dal presidente della Regione Abruzzo solo il 17 gennaio. Ma non è l'unico aspetto dell'ennesima polemica all'italiana: proprio le aree interessate dall'allerta meteo e colpite dall'ultima tragedia sono già sotto l'amministrazione della Protezione civile dallo scorso agosto: uomini e mezzi avrebbero potuto essere inviati senza un'esplicita richiesta degli amministratori locali, le cui istanze vengono comunque valutate dagli uomini di Fabrizio Curcio che avevano già dato un alert il 14 gennaio. Il disastro è stato sfiorato anche nelle Marche e nel Lazio, se le scosse di mercoledì fossero state più forti, il rischio di non potere raggiungere comuni e frazioni per portare soccorsi sarebbe stato altissimo. Dai ieri i numeri di militari, vigili del fuoco e mezzi, coordinati dalla struttura di Fabrizio Curcio, in Abruzzo, è raddoppiato. Così, per quanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella inviti all'unità e ad evitare le polemiche, i segnali del disappunto politico sono evidenti, non è un caso che ieri, il premier, Paolo Gentiloni, abbia investito il Viminale del vicenda, inviando sul posto il sottosegretario agli Interni Filippo Bubbico, accompagnato dal capo delle emergenze dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Romano, piuttosto che un rappresentante dalla presidenza del Consiglio, dalla quale dipende la Protezione civile. Una sorta di commissariamento non dichiarato.
 

 


L'INVIO DEGLI UOMINI
Mille 658 militari, tra esercito e carabinieri, 482 mezzi speciali e 288 mezzi ruotanti, erano già attivi nelle aree sismiche dopo il terremoto di agosto scorso. Il 18 gennaio, troppo tardi, sono arrivate le richieste di alcuni sindaci abruzzesi a fronte delle nuove scosse aggravate dalla situazione meteorologica. Da ieri i numeri sono cresciuti: gli uomini sono diventati 3000, oltre a 950 i mezzi speciali e sedici elicotteri. E anche l'intervento dei vigili del fuoco è cresciuto. Adesso sono mille gli uomini presenti sul territorio, 550 solo in Abruzzo. Interventi richiesti, comunque, tardivamente.

L'EMERGENZA
Il 17 gennaio erano 300mila le persone senza elettricità in Abruzzo, oltre 160mila le utenze interessate. Decine i comuni isolati. Per giorni i sindaci abruzzesi, con le nevicate sempre più abbondanti, hanno chiesto turbine e mezzi spalaneve. Appelli lanciati di fronte a una situazione oggettivamente eccezionale. Un fenomeno che interessa anche le altre regioni colpite dal sisma, dove la situazione, secondo gli amministratori locali, è diventata insostenibile.

E adesso, dopo la tragedia di Rigopiano, sale il pericolo slavine. Le abbondanti nevicate, associate al vento forte, stanno determinando in tutte le aree montane di Marche, Abruzzo, Lazio e Molise un aumento sempre più significativo del pericolo valanghe attualmente sul grado forte 4 (il massimo è Molto forte 5). E le scosse di terremoto in corso determinano un'ulteriore probabilità di provocare i distacchi di neve. Il consiglio dei carabineri forestali è di «evitare assolutamente», nelle prossime ore e nei prossimi giorni, la frequentazione di pendii ripidi innevati a piedi, con gli sci, con le ciaspole o con le motoslitte o con qualsiasi altro mezzo meccanico.

LE REAZIONI
Il botta a risposta a distanza è tra Laura Boldrini e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. «Le istuzioni devono collaborare a tutti i livelli, perché non sono tollerabili inefficienze e ritardi sugli aiuti», ha dichiarato il presidente della Camera. Curcio replica: «Chi non ha competenze e critica, non fa un buon servizio a chi da mesi lavora ininterrottamente. Chi avanza inutili critiche non ha forse capito che sta attaccando il Sistema Paese».
Sulla vicenda interviene anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella: «Nessuno sforzo viene risparmiato nel tentativo di salvare vite umane», ha dichiarato, chiedendo a «tutta la comunità nazionale grande unità. Ognuno, per la sua parte, deve agire con intelligenza e responsabilità».

Gli attacchi politici, però, non mancano. Durissimo il leader della lega, Matteo Salvini, che chiede al governo di stanziare subito 100 milioni: «Ho sentito tanti sindaci: se non ci sono i mezzi, si tagliano i fondi; se ci sono paesi senza corrente e riscaldamento da tre giorni, oltre alla natura, c'è anche dell'altro». E ancora: «Politicizzare la Protezione civile, affidandola a un ex governatore trombato è demenziale». L'affondo è per il commissario straordinario, Vasco Errani, difeso invece dal ministro Anna Finocchiaro.