Napoli, gioielliere uccide rapinatore: presi tre componenti della banda, uno è ferito

Napoli, gioielliere uccide rapinatore: presi tre componenti della banda, uno è ferito
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Martedì 13 Febbraio 2018, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 19:46

Una banda composta da cinque persone - e non da quattro come si pensava - è entrata in azione sabato scorso nella gioielleria Corcione di Frattamaggiore (Napoli) dove, durante un tentativo di rapina, un bandito, Raffaele Ottaiano, è rimasto ucciso dai colpi di pistola esplosi dal titolare, Luigi Corcione. Nelle concitate fasi di quella tragica sera l'intervento di un coraggioso poliziotto ha consentito di assicurare alla giustizia anche un altro bandito; la scorsa notte, infine, i carabinieri, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, hanno chiuso il cerchio e bloccato altre tre persone - una delle quali con una ferita d'arma da fuoco alla spalla - ritenute coinvolte nella rapina. Il gioielliere, quindi, avrebbe ucciso Ottaiano e ferito un altro malvivente, circostanza che non dovrebbe cambiare di molto la sua posizione di indagato per omicidio colposo caratterizzato dall'eccesso di legittima difesa.

Oggi il gioielliere si è dovuto difendere, attraverso il suo avvocato Luigi Ferrante, dall'accusa - solo mediatica - di aver minacciato con la pistola un bandito, anche dopo l'intervento delle forze dell'ordine: circostanza ipotizzata dopo la diffusione di un video in cui si vede Corcione con un'arma in mano. «Il mio cliente - ha spiegato il legale - non era intento a minacciare uno dei rapinatori, impugnando una pistola, ma era invece intento a consegnare a uno dei poliziotti intervenuti una pistola sottratta a uno dei banditi».

Con Ottaiano deceduto, e un secondo complice, Luigi Lauro, fermato poco dopo dall'ispettore della Polizia di Stato libero dal servizio, gli inquirenti pensavano che restassero da catturare solo due elementi; e invece le indagini dei carabinieri di Caivano, comune dell'hinterland napoletano da cui provengono quattro banditi su cinque, hanno permesso di individuare anche un quinto complice, ovvero colui che, dalle immagini di videosorveglianza del negozio, armeggia davanti l'ingresso della gioielleria per poi bussare e agevolare l'introduzione dei complici. Due delle persone fermate poi hanno confessato al sostituto procuratore di Napoli Nord di aver partecipato alla rapina. Accertato ormai il numero di banditi che hanno preso parte al raid, resta da chiarire la dinamica su quanto accaduto all'esterno della gioielleria.

 

 

 L'ipotesi investigativa prevalente resta ancora quella secondo la quale Corcione avrebbe avuto una reazione eccessiva; lui ha riferito di essere stato minacciato con la pistola dai banditi, in particolare da Raffaele Ottaiano, il malvivente ucciso. Gli inquirenti si attendono risposte importanti soprattutto dagli esami balistici, più che dall'autopsia, che si dovrebbe svolgere oggi o domani: esami cui prenderanno parte anche i periti nominato dall'indagato. C'è da capire se anche i banditi abbiano fatto fuoco, circostanza non ancora emersa. La Polizia ha sequestrato due armi ai malviventi oltre a quella in possesso di Corcione. Di certo quest'ultimo ha sparato più volte, colpendo Ottaiano e un secondo bandito, successivamente fuggito ma catturato, in compagnia di un altro componente la banda, in un appartamento di Orta di Atella, nel Casertano. Il quinto uomo del gruppo invece è stato preso nella sua abitazione di Caivano, al Parco Verde, degradato complesso residenziale tristemente noto per lo spaccio di droga.
 

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