Rigopiano, Gianluca Ginobile (Il Volo): «Piango per il mio amico Roberto, quel giorno potevo essere anch'io nel suo hotel»

Rigopiano, Gianluca Ginobile (Il Volo): «Piango per il mio amico Roberto, quel giorno potevo essere anch'io nel suo hotel»
di Marco Molendini
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 10:24 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 18:42
Trema la voce del baritono abruzzese de Il Volo. Gianluca Ginobile ha passato la notte in bianco pensando al suo amico architetto e albergatore Roberto Del Rosso, ai suoi clienti, alla sua terra a cui è legatissimo. «Sono sconvolto, mi viene da piangere», risponde al telefono dalla casa dei genitori a Roseto degli Abruzzi, dove in questi giorni si sta riposando prima di riprendere a girare con i suoi amici Piero Barone e Ignazio Boschetto. «Con Roberto siamo molto amici, si stava occupando della mia nuova casetta, dove andrò a vivere per conto mio a Monte Pagano, dove sono cresciuto. Mercoledì avrei dovuto raggiungerlo all’albergo».

Ha rischiato davvero di restare anche lei sotto la valanga. «Devo ringraziare mio padre, è stato lui a convincermi a non partire. Ci tenevo ad andare a Rigopiano, è una Spa bellissima e Del Rosso è un padrone di casa formidabile, sarebbe venuto lui a prendermi con la jeep, come faceva spesso con i suoi clienti, visto che raggiungere Rigopiano non è facile. Per la verità anche lui martedì sera mi aveva mandato un sms scoraggiandomi: “Non ti chiamo, l’Abruzzo viene messo a dura prova”. Stanotte sono andato a dormire alle quattro e poi ho sognato Roberto che mi diceva: tutto ok». Non vi siete più sentiti dopo il suo sms? «Ho provato a parlargli tutta la notte, ma senza risultato».

Che succederà ora della sua nuova casa? «È l’ultima cosa a cui penso.
Qui siamo davvero in ginocchio. Siamo stati davvero messi alla prova. Non solo il terremoto. È caduta una neve pazzesca. In pianura, vicino al mare, la pioggia fortissima ha fatto esondare i fiumi. Le spiagge sono state mangiate dal mare. Ci sono posti dove la corrente elettrica manca da tre giorni. Abbiamo bisogno di aiuto e voglio fare un appello». Mi dica. «Non bastano più i volontari, la protezione civile, i vigili del fuoco. Ci vuole l’Esercito per liberare urgentemente le persone rimaste isolate».
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