Roma, i pm: «Nessun pizzino su Matteo Renzi»

Roma, i pm: «Nessun pizzino su Matteo Renzi»
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Sabato 25 Marzo 2017, 22:40 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 16:43
Mentre Alfredo Romeo, l’imprenditore napoletano accusato di corruzione nell’ambito dell'inchiesta Consip, e i suoi legali annunciano un ricorso in Cassazione, da ambienti della Procura di Roma arriva la smentita alla «tesi investigativa» riportata da un quotidiano secondo la quale la «M» trovata su due "pizzini" scritti da Romeo potesse indicare Matteo Renzi.

Il sospetto degli inquirenti è invece che la «M.» affiancata alla parola «incontro» sia stata scritta dall’imprenditore per indicare un appuntamento con l’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni. L'ad, dopo avere rivelato ai pm napoletani le sue "fonti" sull’inchiesta che riguarda un appalto di 2,7 miliardi di euro, aveva anche riferito di avere subito pressioni sulla commessa in questione, e che Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze illecite, lo aveva incontrato per annunciargli la telefonata di un amico che partecipava alla gara. Si trattava dell’imprenditore Carlo Russo, che avrebbe poi effettivamente chiamato Marroni suggerendogli di promuovere l’azienda di Romeo. La procura, al momento, non intenderebbe sentire Marroni, mentre l’ad di Consip si è rifiutato di essere interrogato dai legali di Renzi senior nel corso delle indagini difensive.
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