Nel corso della requisitoria davanti al giudice monocratico del Tribunale di Roma, il pm - riconfermato dal procuratore Pignatone dopo una richiesta di astensione avanzata dai difensori dei fratelli - ha affermato che gli Occhionero «hanno gestito un'attività di spionaggio massiva con la creazione di una vera e propria rete telematica che puntava ad infettare circa 18mila pc in modo da carpire dati sensibili all'insaputa del proprietario del computer».
Per l'accusa, l'ingegnere avrebbe «concepito, pianificato e alimentato dal 2001 un sistema per l'acquisizione» di un numero enorme di dati. Per gli inquirenti sono oltre tre milioni e mezzo le mail carpite e seimila le persone spiate. Tra i pc presi di mira, anche quelli della Camera e del Senato, del ministero degli Esteri e della Giustizia, del Partito Democratico oltre che di Finmeccanica e Bankitalia.
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