«I manoscritti - spiega Cristini al Resto del Carlino - erano in possesso del prof.
Prospero Viani, studioso del Leopardi ma soprattutto grande collezionista delle sue creazioni letterarie. Temendo che alla sua morte quelle opere finissero in malora si decise a venderle, e fu grazie alla sensibilità del sindaco di Visso (che era anche deputato del Regno), Giovan Battista Gaola Antinori, che nel 1868, su suggerimento del sindaco di Apiro, si attivò per portare nel patrimonio di quella città questo prezioso bene. Il rischio grave - mette in guardia Cristini - è che finisca tutto tra le macerie. Io quindi consiglierei al Comune di mettere i manoscritti al sicuro, anche nel caveau di una banca. Ma a rischio ci sono altre opere ancora, come la scultura originale in legno della Madonna di Macereto, dipinti di notevole valore e oggetti di oreficeria del 1400».
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