Tra gelo e scosse i prigionieri della neve: «Noi, segregati in casa»

Tra gelo e scosse i prigionieri della neve: «Noi, segregati in casa»
di Rosalba Emiliozzi
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 12:05

dal nostro inviato
ACCUMOLI Sciaghi non si è sentito per due giorni interi, sepolto dalla neve. «Abbiamo pensato: è morto, anche lui se ne è andato come tutto quassù» dice disperato Fabrizio Di Girolamo, 53 anni, allevatore che da oggi non ha più un lavoro. Sciaghi, però, ce l'ha fatta, il pastore tedesco di 15 anni è riemerso dal nevone di Accumoli, quasi due metri di coltre bianca che lo ha imprigionato dentro la cuccia. «Quando sono riuscito a spalare fin verso il recinto si è messo ad abbaiare, è vivo, mi sono detto» e sul vispo cupo dell'allevatore si apre un mini sorriso sopra gli occhi lucidi dal freddo e dall'emozione.
 

 


L'ALLEVATORE
Per Fabrizio e la moglie Lina Giorgi, 42 anni, ieri è stato il giorno più nero. «Abbiamo affrontato il terremoto, le scosse continue, abbiamo cercato di portare avanti l'attività tra mille disagi, poi questa nevicata, mai vista così disastrosa, il peso della neve e le scosse hanno fatto crollare la stalla - dice l'allevatore - così abbiamo deciso di vendere, anzi svendere». Ottanta mucche da latte che vanno al macello. Un colpo al cuore per i coniugi Di Girolamo. «Mio fratello, ha 58 anni, da quando abbiamo preso questa decisione, è come paralizzato, non è più lo stesso», dice Fabrizio. Stesso choc per lo zio ottantenne. «Non potevano fare altro - aggiunge - da quattro giorni le mucche non vengono munte e stanno impazzendo, hanno la febbre, la mastite e in più abbiamo 14 quintali di latte da buttare perché nessuno, con la Salaria chiusa, è venuto a ritirare. Abbiamo provato ad andare avanti, ma contro chi lottiamo? Non ce la facciamo più». Tutt'intorno solo neve, muggiti e stradelli per non rimanere prigionieri a Grisciano, frazione di Accumoli. Le due figlie di 14 e 16 anni, dopo le forti scosse dell'altro ieri, sono state mandate ad Ascoli a vivere e studiare. «Ma vogliono tornare presto» dicono i genitori.

LA RESISTENTE
Perché terremoto infinito e gelo non fermano i resistenti. Come Rita Marrocchi, che tutti qui chiamano Trilly, 46 anni, moglie dell'ex sindaco di Accumoli, romana domiciliata a Libertino di Accumoli dove è nata. «Ho perso due case e da agosto vivo in una roulotte - dice - Io da qui non me ne vado perché significherebbe abbandonare la mia terra e questo per me è inconcepibile. Qui ho tutto, ho la mia vita e avevo la mia casa, senza stare qui io muoio. E resto qui, anche con la neve e il freddo - dice - Oggi (ieri, ndr) ci hanno liberato, grazie all'intervento dei carabinieri e dei vigili del fuoco che ringrazio di cuore per tutto l'impegno verso la popolazione terremotata». Dalla sua roulotte, sepolta dalla neve, si apre una strada tra pareti di due metri di neve e silenzio. «Noi ora ci aspettiamo la botta del 7.0, cioè il nuovo sciame che è stato già previsto, poi bisognerà ricostruire con delle certezze vere, perché io una casa costruita sopra una bomba non la voglio» dice Rita che critica l'azione delle istituzioni: «Ci hanno abbandonato, l'emergenza non è stata ben gestita».

Ieri sera non era stata ancora raggiunta l'azienda agricola di Madonna delle Coste, ad Accumoli, dove vive Katia D'Apostolo con quattro bambini tra i 7 e i 13 anni, bloccata nella neve da tre giorni.
L'AGRITURISMO
La famiglia di otto persone, che vive in un container, è in contatto telefonico e presente sui social. «Siamo costantemente informarti, stanno bene - dice il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci - questa sera (ieri sera, ndr) arriviamo con le ruspe. Con il gatto delle nevi siamo andati a portare il cibo a 70 mucche di due aziende agricole a Poggio Papi, lo stesso stiamo facendo a Cesaventre, bloccata dalla neve, dove non ci sono abitanti ma solo animali. Purtroppo non sono arrivate in tempo le turbine idonee per sgomberare la neve, speriamo oggi». Mentre il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingareti ha ringraziato «Acea per l'intervento tempestivo che, grazie al rifornimento con autobotti, ha permesso di garantire l'approvvigionamento idrico in alcune zone di Amatrice e Accumoli. Un intervento che permette di alleviare il disagio alla popolazione già duramente colpita dal sisma e dal maltempo».

LE PRIME CASETTE
Ad Amatrice questa mattina si assegnano le prime 25 case prefabbricate. E sarà una festa per i prigionieri della neve. «La situazione è sotto controllo, abbiamo ancora un paio di frazioni isolate, ma solo perché si è rotta la seconda turbina dopo aver fatto un grande lavoro, succede, ne sta arrivando un'altra e stanotte ne arrivano altre due - dice il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi - abbiamo qualche problema a Casale, dove c'è un'azienda agricola con mucche da latte, anche lì si è rotto un mezzo spartineve. Il problema è il ritiro del latte per motivi di viabilità, ho mandato una nota all'Anas». L'altra frazione isolata è Colle Gentilesco dove c'è un allevamento di cani da caccia, hanno problemi per la neve. I resistenti di Amatrice, tra scosse e gelo, se ne sono andati. «Fino a mercoledì qui c'erano 1.020 persone - spiega il sindaco - poi un po' di esodo c'è stato, molti sono andati da parenti e amici». Le scuole sono chiuse fino a lunedì. La nevicata è eccezionale. «Qui ci sono zone con due metri di neve» dice Pirozzi. C'è anche tanto avvilimento tra la popolazione. «Dobbiamo essere lucidi, pensare alla ricostruzione, snellire la burocrazia - ribatte Pirozzi - guardiamo avanti».