Norcia, ecco le prime casette. «La mia datela a un'anziana»

Norcia, ecco le prime casette. «La mia datela a un'anziana»
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Lunedì 20 Febbraio 2017, 11:12 - Ultimo aggiornamento: 22:20
LA SPERANZA
dal nostro inviato
MACERATA Sotto il tetto sicuro di una giornata di sole, il capo della protezione civile Fabrizio Curcio, in perenne tuta militare e sorriso tattico, lo annuncia come un successo: «Se in Umbria sono già pronte, qui le casette arriveranno in estate, perché siamo in una primissima fase». «Qui» si chiama Macerata, avamposto terminale del terremoto che ha spinto fino a gennaio il suo carico di scosse. Nel resoconto felice di quanti hanno ritrovato delle pareti sane dopo avere visto crollare quelle marce, per rispetto si comincia dagli ultimi, quelli che sperano. Perché le prime 18 famiglie che hanno le casette e festeggiano a Norcia con decine di selfie, sorrisi, lacrime e baci, il loro tributo al freddo e al fango l'hanno già pagato. E quei sessanta metri quadrati per 4 persone e quei quaranta riservati alle coppie consegnati ieri in Valnerina, non sono più una soluzione d'emergenza, non sono una roulotte, un camper, o peggio una tenda di stoffa mal cucita. Sono una casa.
NONNA CECILIA
Non ci sono favori o spinte a dividere chi ha una casetta e chi l'aspetta. Come sempre, nelle emergenze in cui decide il destino della terra, è il calendario a dare la scansione. E se Macerata attende, Amatrice per il Lazio, Arquata per le Marche e Norcia per l'Umbria vedono in queste ore la soluzione attesa. Mai tanta solidarietà aveva animato gli aiuti agli sfollati e mai tanta generosità è stata trasmessa.
Il pianto di nonna Cecilia non bagna solo le rughe dei suoi ottantacinque anni vissuti a San Pellegrino, la frazione di Norcia venuta giù alla prima botta d'agosto, ma anche quelle più giovani di Bruno Biagini. Al secolo Amici, nonna Cecilia era rimasta fuori dalla lotteria delle prime assegnazioni, quelle arrivate per caso con la voce del bussolotto e della burocrazia. Così Bruno, uno dei fortunati vincitori, non ha esitato: «Cecilia, ecco la chiave, prendi la mia casa». Forte dell'anzianità della montagna, Stefano Onori, un'abitazione distrutta nella stessa San Pellegrino, non misura il pudore della commozione. «Ho vissuto in un container in questo periodo - racconta - e avere adesso questa casetta è un sogno, quantomeno non sentiremo più il freddo che abbiamo dovuto sopportare in queste settimane».
TOCCA ALLE REGIONI
Nel ritrovato fortilizio, Norcia sorride almeno quanto Macerata aspetta. Spiega ancora Curcio, ospite in terra marchigiana: «Sono stati fatti oltre 110.000 sopralluoghi in tutta l'area colpita dal sisma. Nel Maceratese siamo in una primissima fase. Abbiamo parlato di sette mesi dopo il 24 agosto. Senza sapere che ci sarebbero state le scosse di ottobre e di gennaio». Già, ma la fretta porta al mare, dove la stagione turistica è alle porte e gli alberghi hanno ancora gli sfollati dell'inverno nelle loro camere.
Il capo della Prociv lo dice d'un fiato: «Il compito dell'organizzazione degli sfollati spetta alle singole Regioni. È chiaro che basterebbe fare una buona programmazione, i posti letto ci sono e sono tanti. Bastano per tutti. È necessario però che la Regione, oltre che accertarsi della disponibilità degli albergatori, faccia colloqui con gli sfollati». Curcio passa il manico al governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, mentre il calendario lascia il posto al cronometro dell'ennesimo conto alla rovescia del dopo terremoto.
Italo Carmignani
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