Trapani, Delrio e il caso Rolex: «Niente favori, legge voluta da tutti»

Trapani, Delrio e il caso Rolex: «Niente favori, legge voluta da tutti»
di Alberto Gentili
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Domenica 21 Maggio 2017, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 12:27

Dopo il caso Consip che ha tirato in ballo Luca Lotti e dopo il colpo di coda di Banca Etruria che ha messo in difficoltà Maria Elena Boschi, Paolo Gentiloni vuole chiudere quanto prima la vicenda del Rolex regalato alla sottosegretaria alle Infrastrutture e Trasporti Simona Vicari per presunti favori alla Liberty Lines dell'armatore siciliano Ettore Morace.

Nelle intercettazioni la sottosegretaria e senatrice di Ap ringrazia Morace (ora agli arresti) per il regalo e si vanta di essere stata lei l'artefice dello sconto dell'Iva al 5%. Una verità che ha già provocato venerdì la dura reazione del governo: chieste e ottenute le dimissioni della Vicari. Ed è stato smentito «categoricamente» che l'emendamento alla legge di stabilità 2017 possa essere stato approvato per fare un favore alla Liberty Lines. Una linea ribadita dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio: «Il provvedimento, nato e cresciuto all'interno del ministero, è stato vagliato al microscopio dal ministero dell'Economia e condiviso da palazzo Chigi». Della serie: la Vicari ha millantato con Morace, come dimostrano le intercettazioni, di essere stata determinante ma non è vero. Commento di Delrio con i suoi: «Se poi la sottosegretaria si è venduta l'emendamento come se fosse stato approvato per fare un favore a qualcuno, questo lo deve spiegare lei. Problema suo. E' ciò che dovrà essere chiarito» dai magistrati.

IL «PIANO STRATEGICO»
La realtà, secondo il governo, è molto diversa da quella raccontata dalla Vicari. Spiega ancora Delrio: «L'obiettivo del provvedimento sull'Iva era ed è quello di sviluppare il settore del trasporto marittimo con la finalità di sostenere e far crescere le autostrade del mare, insieme ad altri canali alternativi di mobilità come ferrovie e metropolitane». Insomma, un vero e proprio piano strategico. «Ed è incomprensibile che qualcuno se lo sia intestato, visto che è stato un atto dell'intero esecutivo».

I VELENI
La Vicari, con un'intervista al Corsera, dopo le dimissioni è riuscita comunque a spargere qualche veleno. La frase incriminata: «Ci sono ministri che hanno preso non uno, ma tre Rolex e sono ancora in carica». Nel suo partito dicono: «E' un tipo peperino ed è siciliana, una con un carattere difficile. Per questo ha detto quella frase». Ma è evidente che più di un collega si è risentito. Anche perché l'unica storia che collega un componente del governo a un orologio di valore risale a un'indiscrezione di Dagospia secondo la quale il ministro della Difesa Roberta Pinotti avrebbe ricevuto in regalo, nel maggio del 2016, un Rolex dopo la firma di una commessa tra Riad e Finmeccanica per la fornitura di 28 caccia Eurofighter. Notizia seccamente smentita dall'interessata e senza alcun seguito né politico, né giudiziario.

Non innesca alcun imbarazzo, invece, la questione legata alla richiesta della Procura di Palermo di poter utilizzare le intercettazioni dei colloqui tra la sottosegretaria Vicari e l'armatore Morace. La linea è già decisa: il Pd voterà sì, Ap valuterà. «Tutto dipende dalla natura dei colloqui. Se non hanno alcuna attinenza con l'attività parlamentare il nostro via libera è scontato», spiegano al Nazareno.

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