Tornati in Olanda i Van Gogh sequestrati alla camorra. Franceschini: «Un successo per l'Italia»

L'omaggio del Comandante Generale della Guardia di Finanza, genarale Toschi, al ministro dei Beni culturali Franceschini
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Lunedì 27 Febbraio 2017, 22:06 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 15:37
Li hanno ritrovati nell'intercapedine di un muro, avvolti in un panno bianco. Ma apparentemente in buone condizioni. Uno ancora con la sabbia intrisa nella pittura, l'altro con i saggi di colore sul retro, a testimoniarne l'assoluta autenticità. Dopo quasi 15 anni, sono finalmente tornati in Olanda con un volo da Napoli, la «Vista dalla spiaggia di Scheveningen» (1882) e «La chiesa riformata di Nuemen» (1884), i due capolavori di Van Gogh trafugati nel dicembre 2002 dal Vincent Van Gogh Museum di Amsterdam e ritrovati, il 25 settembre scorso, dai finanzieri del Comando Provinciale di Napoli durante un'operazione anti camorra nei confronti di un'organizzazione legata al Clan Amato-Pagano (i cosiddetti Scissionisti) dedita al traffico internazionale di stupefacenti. «Un'indagine complessa», spiega il Generale Giorgio Toschi, che seguendo le tracce patrimoniali ha portato al sequestro di 33 milioni di euro di beni e alla condanna a 18 e 14 anni di reclusione per i due personaggi di spicco di questo sodalizio criminale, Mario Cerrone e Raffaele Imperiale.

Di inestimabile valore economico oltre che artistico, le due tele erano anche state inserite dall'FBI. nella Top ten art crimes, speciale lista di opere d'arte ricercate in tutto il mondo. Dopo una prima cerimonia di riconsegna ufficiale alla presenza dell'ambasciatore olandese Joep Wijnands e una mostra di 20 giorni al Museo Capodimonte a Napoli, i dipinti saranno ora immediatamente esposti al Museo Van Gogh di Amsterdam e successivamente oggetto di restauro. «Un'operazione importantissima - commenta il Ministro di beni culturali e turismo, Dario Franceschini - che testimonia la competenza e la credibilità internazionale di cui gode il nostro paese».

Ma che racconta anche «come oggi le opere d'arte non siano più rubate solo da collezionisti, ma vengano usate come strumento di riciclaggio di denaro e addirittura come garanzia», con i due dipinti esibiti dal clan proprio per dimostrare ai cartelli sudamericani dei narcos quali tangibili certezze potessero arrivare a offrire nel traffico internazionale di droga.
Ma l'operazione è solo l'ultimo tassello di un anno di lavoro tutto in crescita per il Comando Generale della Guardia di Finanza, che ha «chiuso» il 2016 con 11.942 soggetti sottoposti ad accertamenti economico-patrimoniali (+5,1%) e sequestri e confische per 3,9 miliardi di euro (+8%). Cui si aggiungono 810 soggetti denunciati per trasferimento fraudolento di valori (+13,6%), di cui 68 tratti in arresto (+11,5%).
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