Come ha sottolineato il ministro degli Affari religiosi, per festeggiare si intende “l’ostentazione pubblica del Natale”, come “indossare simboli religiosi come le croci, accedere candele, addobbare abeti e cantare inni religiosi, oltre a montare luci e decorazioni”. Per cui i non musulmani residenti in Brunei potranno santificare le feste natalizie solo all’interno delle loro comunità e dopo aver dichiarato alle autorità le proprie intenzioni.
L’idea arriva direttamente dagli imam del piccolo Paese, che hanno denunciato come “i musulmani rischiano di seguire atti contrari alla fede in Allah, come usare simboli religiosi come la croce o fare l’albero”. Invito immediatamente accolto dal governo del Sultano, che però ha fatto arrabbiare, e non poco, i suoi sudditi cristiani.
Spopola infatti in rete l’hashtag #mytreedom per rivendicare il diritto di celebrare il Natale pubblicamente.
Tuttavia, quest’ultimi rappresentano una minoranza nell’ex protettorato britannico. Il 65% dei 420 abitanti è infatti musulmano, e la legge segue rigidamente la Sharia, che consente pene come la lapidazione, la flagellazione e l’amputazione.