Le autorità cinesi, infatti, hanno distribuito una lista, non ancora completa, con i 12 nomi vietati tra cui Islam, Mecca, Saddam, e ogni nome che alluda ai simboli delle stelle o della mezzaluna (universalmente riconosciuti per la fede musulmana). La violazione della nuova regola comporterà non pochi disagi: il neonato non potrà essere registrato nei documenti familiari e, di conseguenza, non avere accesso ai servizi sociali, sanitari, all’istruzione. La direttrice per la Cina di Human Rights Watch, Sophie Richardson, ha definito queste nuove politiche «una violazione sfacciata delle libertà di credo e di espressione garantite a livello statale e internazionale».
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