Grecia, Borsa a picco dopo il rinvio dell'Eurogruppo: Tsipras chiede vertice straordinario, Schaeuble dice no

Grecia, Borsa a picco dopo il rinvio dell'Eurogruppo: Tsipras chiede vertice straordinario, Schaeuble dice no
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Mercoledì 27 Aprile 2016, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 23:07
Si riapre il caso Grecia. Non c'è più Varoufakis, ma tornano ad alzarsi i toni. Dopo l' informale dei ministri delle finanze della settimana scorsa ad Amsterdam, oggi ad Atene riprende un nuovo round del negoziato a livello tecnico ma il portavoce di Dijsselbloem in mattinata fa sapere che giovedì prossimo non ci sarà l'Eurogruppo straordinario che avrebbe dovuto chiudere il negoziato sulla 'prima revisionè, aprire la discussione sul 'reprofiling' del debito e sbloccare la seconda tranche di aiuti. L'annuncio del rinvio scuote la borsa di Atene, che chiude a -2,5%. E spinge il premier Alexis Tsipras a chiamare il presidente del Consiglio europeo per chiedere la convocazione urgente di un vertice straordinario dei leader dell'Eurozona per «riaffermare quanto concordato» a luglio scorso ed «evitare un nuovo ciclo di incertezza per l'Eurozona».

Proposta respinta tanto da Berlino quanto da Bruxelles. Ma se il 'nò del ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, è secco e motivato dal fatto che «i colloqui con la Grecia non hanno fatto molti progressi», quello di Donald Tusk è molto più sfumato. «C'è ancora del lavoro che devono fare i ministri» prima di convocare un vertice dei leader dell'Eurozona. In più il presidente del Consiglio - che si era consultato con Dijsselbloem e Juncker - fa pressing e chiede «una data certa» per una nuova riunione dell'Eurogruppo «a giorni, non settimane». In serata il portavoce dell'Eurogruppo precisa che una riunione è «possibile la settimana prossima, ma non è ancora confermata e dipende dagli sviluppi nei prossimi giorni».

Da Atene la portavoce del governo Olga Gerovasili, che ha lo status di ministro, mentre apprezza l'intervento di Tusk, attacca il Fondo Monetario Internazionale e la sua «ossessione» per nuove misure di austerità. Il Fmi, che l'estate scorsa ha legato la sua partecipazione al nuovo programma all'impegno europeo di ridurre il debito greco, venerdì scorso ha accettato che non si parli di 'haircut' nominale (ipotesi respinta dagli europei) ma ha convinto l'Eurogruppo a chiedere un 'pacchetto di contingenzà, ovvero tagli e tasse del valore complessivo di circa tre miliardi di euro con approvazione preventiva del Parlamento di una serie di 'clausole di salvaguardià che dovrebbero scattare automaticamente se da oggi al 2018 i conti tornassero in sofferenza. Le richieste dello Fmi «minano gli sforzi tanto del governo greco quanto delle istituzioni europee», ha detto Gerovasili rivendicando che l'economia greca, come certificato da Eurostat, nel 2015 è cresciuta «oltre le previsioni» ed il governo Tsipras «non solo ha centrato l'obiettivo di bilancio (surplus dello 0,2%, ndr) ma ha registrato un avanzo primario record dello 0,7%».

Atene, mentre ripete di aver fatto i compiti e di essere pronta a rivedere i dettagli delle misure necessarie per concludere il lavoro tecnico, dice 'nò con toni ultimativi al pacchetto di contingenza e sottolinea che la Costituzione non permette l' approvazione di provvedimenti fiscali preventivi.
Da Bruxelles, Moscovici professa un moderato ottimismo per la conclusione del begoziato («Ci sono ancora sforzi da fare, ma andiamo chiaramente nella buona direzione»). Il capogruppo dei socialisti, Gianni Pittella, si schiera con Tsipras («alcuni 'falchì vogliono uccidere la Grecia e noi non possiamo permettere tale ricatto») e dalla Commissione emerge «stupore» per la posizione intransigente di Dijsselbloem: «Vogliamo misure che scattino solo se necessario e che non possano danneggiare l'economia greca».
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