Il presidente deplora che nella campagna presidenziale «l'emotività» stia prevalendo sulla «ragione» e le questioni di fondo. «Dietro alle semplificazioni, alle falsificazioni, c'è un pericolo, quello di guardare allo spettacolo del tribuno politico piuttosto che al contenuto del suo testo», dice riferendosi a Mélenchon, le cui capacità oratorie stregano la Francia. Tra i francesi «può esistere la tentazione di abbattere i favoriti dello scrutinio», dicono all'Eliseo, spiegando in questo modo la spettacolare impennata nei sondaggi del candidato della France Insoumise (18-19%) che preoccupa i mercati al pari di Marine Le Pen. In privato, Hollande avverte che «questa campagna sa di marcio». Il suo timore è appunto un secondo turno tra i due candidati degli estremi.
A una domanda su Macron, il presidente dice di non averlo scoraggiato quando lui gli annunciò di voler creare un proprio movimento politico. «Considero che la politica abbia bisogno di rinnovamento», ha detto, ritenendo la scommessa di Macron «audace».
Almeno prima del primo turno, Hollande non intende in alcun modo schierarsi a suo favore, anche perché - osservano i commentatori in tv - non è affatto certo che un endorsement del presidente possa giovare al candidato di En Marche. «Il presidente sa che chiedere di votare per Macron al primo turno potrebbe rivelarsi controproducente - dice un suo conoscente - ma tra i due turni vorrà pesare nella battaglia». Unica certezza: Hollande sembra aver definitivamente scaricato il candidato socialista, Benoit Hamon, ormai sotto la soglia del 10%.
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