Indonesia, kamikaze ferisce prete durante la messa: voleva farsi esplodere sull'altare

Indonesia, kamikaze ferisce prete durante la messa: voleva farsi esplodere sull'altare
di Federica Macagnone
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Domenica 28 Agosto 2016, 18:34 - Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 19:41
Evitata una strage nell'ovest dell'Indonesia dove un aspirante kamikaze non è riuscito a far esplodere con la potenza voluta il suo zainetto destinato a seminare morte durante la messa domenicale. È successo nella chiesa cattolica di San Giuseppe a Medan, capoluogo della provincia Nord di Sumatra, dove un 18enne ha cercato di compiere un attacco terroristico: il bilancio è di cinque feriti compreso padre Albert Pandiangan, 60 anni, che ha riportato una ferita non grave alla mano.

Il portavoce della polizia, Boy Rafli Amar, ha comunicato che l'attentatore si era seduto tra i fedeli prima di attaccare il parroco. Secondo quanto raccontano alcuni testimoni, il ragazzo si è messo a correre lungo la navata della Chiesa ma, proprio mentre si dirigeva verso l'altare, lo zainetto, contenente una bomba confezionata artigianalmente, è esploso. L'attentatore, però, non si è fermato e, con lo zaino ancora in fiamme, ha continuato a correre verso il parroco che stava tenendo l'omelia. Una volta sull'altare ha estratto un’arma da taglio e ha ferito leggermente il prete a una mano, prima di essere bloccato da alcuni fedeli che lo hanno immobilizzato fino all’arrivo della polizia.

«C’è stata una piccola esplosione, come se si trattasse di fuochi d’artificio. Poi quell’uomo ha tirato fuori un coltello» ha raccontato un testimone. Gli agenti hanno fatto evacuare la chiesa e hanno effettuato un'esplosione controllata degli oggetti appartenenti all’aggressore. Nel suo zaino sarebbero stati trovati simboli dell’Isis, mentre in base a una carta d'identità circolata su internet emergerebbe che si tratta di un musulmano.
Adesso le autorità hanno aperto un’inchiesta per capire i dettagli del mancato attentato: il ragazzo avrebbe già detto di non aver agito da solo, ma gli investigatori non si sbilanciano e non hanno escluso alcuna pista, neanche quella del mitomane.

Negli ultimi 15 anni l'Indonesia, il Paese musulmano più popoloso del mondo, è già finita nel mirino della violenza jihadista. A gennaio l'Isis aveva rivendicato un attacco coordinato nella capitale, in una zona commerciale e nei pressi della sede Onu. I morti erano stati otto, tra cui quattro civili, un cittadino olandese che lavorava per le Nazioni Unite e un canadese. Nel 2002, nella famosa località turistica Bali, un attacco dei militanti fondamentalisti aveva causato 202 morti.







 
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