La terribile esecuzione è avvenuta a Tabaka, a circa 50 chilometri da Raqqa, che i terroristi di Daesh considerano la propria roccaforte in Medioriente. La vittima, assassinata dal figlio che ha voluto dimostrare in questo modo la sua fedeltà allo Stato islamico, aveva solo 40 anni. Come ha reso noto un gruppo di attivisti locale, l’aguzzino sarebbe Ali Saqr al-Qasem, che avrebbe sparato un colpo di pistola alla testa della madre, Lena al-Qasem, davanti a una folla di persone.
Pare che il giovane avesse raccontato dei tentativi della donna di dissuaderlo da quello che stava facendo con le altre reclute del Califfato ai leader del gruppo terroristico. Questi, emanata la condanna per “insulto all’Islam”, avrebbero poi ordinato l’esecuzione pubblica, avvenuta nella piazza antistante l’ufficio postale dove la vittima aveva appena finito di lavorare.
Tolleranza zero, dunque, per tutti i dissidenti. Secondo l’Osservatorio, i jihadisti hanno ucciso in Siria negli ultimi 18 mesi più di duemila civili, con l’accusa di omosessualità, stregoneria e apostasia. Tra di loro, anche numerose donne ribattezzate “le madri dell’Isis”, che da qualche mese hanno attirato l’attenzione internazionale per aver scritto delle lettere ai propri figli nel tentativo disperato di farli tornare sui propri passi e abbandonare i terroristi.
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