Usa, lavatrici a scuole per i bimbi poveri e le assenze calano

Usa, lavatrici a scuole per i bimbi poveri e le assenze calano
di Anna Guaita
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Mercoledì 31 Agosto 2016, 00:47 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 07:38
NEW YORK – Alle volte la scuola può fare miracoli. Piccoli miracoli, magari, ma comunque miracoli che portano un raggio di sole nella vita di un bambino. Questa è la storia di uno di quei piccoli miracoli, opera di Melody Gunn, direttrice di una scuola elementare di St. Louis nel Missouri. La signora Gunn ha lanciato un movimento per garantire ai bambini in difficoltà o indigenti il diritto di avere vestiti puliti e poter andare a scuola senza vergognarsi davanti ai loro compagni.
 
Melody Gunn non si rassegnava al fatto che alcuni allievi erano spesso assenti da scuola apparentememte senza motivo. Una piccola discreta indagine le fece capire che quei bambini talvolta non uscivano di casa perché non avevano biancheria e abiti puliti. Bambini di famiglie povere che dedicavano ogni dollaro al cibo e non ne avevano per il detersivo o per i gettoni per la lavanderia self-service. La direttrice ha prima cominciato a portare il bucato di questi allievi a casa propria, sempre agendo con la massima discrezione e d'accordo con le famiglie. Ma era una goccia nel mare. Così ha avuto l'idea di contattare una grande azienda produttrice di lavatrici e di chiedere aiuto. La Whirlpool ha regalato una lavatrice e un'asciugatrice alla scuola elementare della direttrice. Però ha deciso di andare oltre, e ha fatto un sondaggio presso altre 600 scuole pubbliche del Paese, scoprendo che almeno uno studente su cinque periodicamente si assenta da scuola per lo stesso motivo: non ha abiti puliti.

È nata da qui “Care Counts”, l'iniziativa di regalare alle scuole pubbliche dei quartieri poveri lavatrice e asciugatrice. Il progetto è cominciato in 17 scuole, e si allargherà quest’anno ad altre 30, ma si vorrebbe arrivare ad almeno 300, e possibilmente a una sensibilizzazione nazionale in modo che ovunque ci siano bambini con questo problema ci sia anche la soluzione.
 
Tutto viene condotto con discrezione, per non mettere in imbarazzo gli studenti davanti ai loro compagni. In genere viene indicato un insegnante, un funzionario della scuola, o un genitore, che si offre volontario per fare da leader. Il leader si occupa di identificare gli allievi che hanno bisogno del servizio e di aiutarli. Viene stabilito un orario per ogni famiglia che abbia bisogno di fare il bucato, un orario dopo le ore scolastiche, per proteggere la privacy delle persone e degli studenti. In modo anonimo, poi, viene seguito il rendimento dello studente al quale è stato garantito la possibilità di avere abiti puliti ogni giorno dell’anno scolastico. E i risultati sono stupefacenti, perché non solo non ci sono più assenze, ma anche i voti e la partecipazione attiva in classe risulta grandemente migliorata. La preside di una scuola in California, ha spiegato: «Questo programma aiuta per davvero, se possiamo cambiare la vita anche di un solo studente, vale la pena».

La Whirlpool ha fatto un piccolo documentario di questo programma, e ha intervistato alcuni dei bambini che hanno accettato di parlare in pubblico. La piccola Vanessa, in quarta elementare, ha rivelato che per lei era una vergogna non avere vestiti puliti, perché la sua famiglia, in difficoltà, non aveva potuto pagare la bolletta della luce elettrica. Un altro bambino Joe, in quinta elementare, ha raccontato che i pochi soldi che la famiglia aveva andavano per il mangiare, e poco restava per lavare gli abiti in una lavanderia, o per pagare il detersivo. Un terzo ragazzino, Logan, ha detto che per lui non avere abiti puliti era una vergogna terribile: «Come puoi spiegare che non hai i soldi per pulirti i vestiti?».

 
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