Migranti, c'è l'accordo Ue-Turchia: rimpatri degli illegali dal 20 marzo

Migranti, c'è l'accordo Ue-Turchia: rimpatri degli illegali dal 20 marzo
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Venerdì 18 Marzo 2016, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 12:15

Un accordo inedito, controverso, in bilico fino all'ultimo momento. Dopo dieci giorni di negoziati con le cancellerie e trattative last minute, Ue e Turchia hanno siglato un'intesa per ridurre i flussi verso le coste della Grecia. La contropartita per Ankara sono tre miliardi di euro aggiuntivi, un'accelerazione sulla liberalizzazione dei visti (che resta comunque tutta da vedere) e un passo avanti verso l'adesione all'Unione, più teorico che pratico. Ma la messa in atto delle misure, che prevedono anche il rimpatrio di tutti i migranti che arriveranno illegalmente in Grecia a partire già da domenica si annuncia come una sfida per la sua grande complessità.

Tanto che il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker parla di impresa «erculea» soprattutto per Atene, che dovrà gestire la partita, e a cui - sottolinea - non dovrà mancare il cruciale «sostegno» di Bruxelles e degli Stati membri. E se il premier turco Ahmet Davutoglu parla di «giorno storico» perchè con questa intesa si dimostra che «l'Ue non ha futuro senza la Turchia e la Turchia non ne ha senza la Ue», le organizzazioni umanitarie, da Amnesty a Medici senza Frontiere, da Oxfam a Cir, insorgono compatte e lo definiscono «l'accordo della vergogna». Il pacchetto, nonostante le rassicurazioni messe nero su bianco nel documento finale (soprattutto dietro l'insistenza del premier Matteo Renzi, del lussemburghese Xavier Bettel e dello spagnolo Mariano Rajoy) in cui si specifica che «non ci saranno espulsioni collettive», «respingimenti», che tutte le richieste di asilo saranno «trattate singolarmente» e in cooperazione con l'Unhcr, e che tutti gli standard del diritto europeo e internazionale saranno rispettati, non piace neppure al presidente della Camera Laura Boldrini: «Oggi l'Europa è più fragile e meno autorevole perchè ha aperto un varco, quello della negazione dei valori, cosa che non aveva mai negoziato». Per il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che ha guidato le trattative, si tratta di un'intesa «equilibrata che accoglie le preoccupazioni cipriote».

Nicosia non ha ceduto alle pressioni per sbloccare i sei capitoli negoziali per l'adesione della Turchia all'Unione e al termine del vertice il presidente Nikos Anastasiadis ha espresso la sua «piena soddisfazione». Un passo indietro per sgomberare la strada dell'accordo da uno dei suoi principali ostacoli lo ha fatto invece Parigi. Dopo un incontro bilaterale col premier Davutoglu, il presidente francese Francois Hollande ha dato il suo ok finale per rimuovere il veto sul capitolo negoziale 33, quello sul budget, sul quale gravava il 'nò francese dall'epoca Sarkozy. Ma la grande vincitrice della partita è soprattutto Angela Merkel. La cancelliera tedesca per prima, assieme al premier olandese Mark Rutte, aveva aperto alla Turchia, il sei marzo scorso, arrivando al tavolo dei partner europei l'indomani con una proposta con cui aveva sorpreso tutti e irritato molti. Di quel pacchetto originario faceva già parte il meccanismo di scambio 'uno per unò, secondo il quale per ogni siriano rimpatriato in Turchia perchè arrivato illegalmente in Europa, l'Ue ne reinsedierà uno dai campi turchi. Una misura che secondo Merkel prenderà il via dal 4 aprile e per la quale l'Ue mette a disposizione 72mila posti.

L'accordo raggiunto con la Turchia «è il segno che l'Unione è capace di affrontare queste sfide insieme», ha detto la cancelliera. L'intesa con Ankara però non è «la soluzione magica, è un pilastro di una strategia globale» che prevede anche un'accelerazione sui ricollocamenti, almeno seimila al mese, ribadisce Juncker, che critica senza nominarla l'Ungheria, Paese che fino ad oggi non ha offerto neppure un posto. Ma il premier Matteo Renzi che ha ottenuto che nelle conclusioni del consiglio venisse inserita l'attenzione alle rotte dall'Africa e dalla Libia, chiosa: «Su questo tema applico lo schema di San Tommaso: finchè non lo vedo, non ci credo».

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