Mosul, battaglia contro l'Isis: militari italiani impegnati per la salvaguardia della diga

Mosul, battaglia contro l'Isis: militari italiani impegnati per la salvaguardia della diga
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Martedì 18 Ottobre 2016, 14:47 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 07:41
È entrata nel secondo giorno l'offensiva militare delle forze irachene contro i jihadisti dell'Isis nella zona di Mosul, nel nord dell'Iraq. Alla battaglia partecipano le truppe di Baghdad, i peshmerga curdi e migliaia di miliziani sciiti. Il bilancio della prima giornata di operazioni non è ancora chiaro. Amin Shekhani, maggiore dell'esercito iracheno, ha confermato che nelle ultime ore un soldato è morto e altri due sono rimasti feriti in un'operazione a sud di Mosul in cui sono stati uccisi 10 jihadisti. Ieri, secondo la tv satellitare al-Jazeera, sono morti nei combattimenti anche cinque peshmerga.

L'offensiva è partita da più fronti, con attacchi da sud e da est. Ieri il presidente del Kurdistan iracheno, Masoud Barzani, ha annunciato la «liberazione» dalla presenza dell'Is un'area di 200 km quadrati intorno a Mosul. I peshmerga avrebbero «liberato» nove villaggi a est della città, mentre - secondo la tv di Stato di Baghdad - le forze di sicurezza irachene, con la copertura aerea della coalizione a guida Usa, hanno riconquistato 12 villaggi a sud di Mosul. Il portavoce del Pentagono, Peter Cook, ha affermato che questa sarà una «campagna militare difficile, che potrebbe richiedere del tempo». L'Isis controlla Mosul, seconda città dell'Iraq, dal giugno 2014 ed è da qui che due anni fa Abu Bakr Al Baghdadi si è autoproclamato califfo. I campi profughi si preparano ad accogliere una nuova ondata di civili in fuga a causa dei combattimenti ed è allarme per il rischio di una crisi umanitaria. Secondo il Norwegian Refugee Council (Nrc), circa 1,2 milioni di persone sono «in grave pericolo» e stando all'Unhcr, circa 100.000 persone potrebbero fuggire da Mosul e scappare verso la Turchia, ma anche verso la Siria, insanguinata dal conflitto che si trascina dal 2011.

Per Save The Children oltre mezzo milione di bambini rischiano la vita a causa degli scontri a Mosul. In un rapporto intitolato 'Uccisi per i crimini di Daesh: violazioni dei diritti umani contro gli sfollati iracheni ad opera delle milizie e delle forze governativè, Amnesty International denuncia come «milizie paramilitari e forze governative irachene» si siano rese responsabili di «gravi violazioni dei diritti umani, tra cui crimini di guerra, nei confronti di migliaia di civili fuggiti dalle zone controllate» dall'Isis.

I militari italiani però
«non saranno coinvolti nella battaglia», precisa il ministro della difesa Roberta Pinotti ad Agorà. «I nostri militari sono al momento impegnati in Iraq nella salvaguardia della diga di Mosul, a una trentina di chilometri dalla città, oltre agli addestratori che sono ad Erbil e a Baghdad.
Complessivamente, tra settore aereo e settore terrestre, noi contiamo circa 1.400 unità. Oltre la metà del territorio occupato in Iraq dal cosiddetto Califfato era stato già ripreso, però l'offensiva di Mosul era preparata da tanto tempo, per l'essenzialità di riprendere questa città simbolo, centro fortissimo del radicamento dell'Isis in Iraq», sottolinea Pinotti. «Essendo la situazione irachena molto composita, tra curdi, sunniti, sciiti, l'anno di preparazione per riprendere Mosul è servito anche per capire con quale strategia intervenire e quale sarà la composizione della futura 'governancè - spiega il ministro della Difesa - La preparazione militare è stata fatta da lungo tempo, ma c'è anche il tema della popolazione di Mosul, che nulla ha a che fare con l'Isis e che deve essere salvaguardata».
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