Portogallo, evade dal carcere e si fa immortalare con un fucile in mano: «Provate a prendermi»

Portogallo, evade dal carcere e si fa immortalare con un fucile in mano: «Provate a prendermi»
di Federica Macagnone
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Domenica 16 Aprile 2017, 16:38 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 14:20
A guardare il suo profilo Facebook, Joaquim Bitton Matos sembrerebbe soltanto un megalomane con la mania dei selfie. Se non fosse per quelle parole di sfida lanciate alla polizia e al governo di Lisbona, nulla potrebbe far pensare che quell'uomo è da due mesi il ricercato numero uno dagli agenti portoghesi.

La vicenda ricorda un po' “Prova a prendermi”, la pellicola di Steven Spielberg nella quale Leonardo DiCaprio interpretava un frenetico truffatore che sfuggiva continuamente alla giustizia, beffando ogni volta l'agente dell'Fbi che gli stava alle calcagna. 

Joaquim, nato in Israele ma di origini portoghesi, era stato arrestato dopo essere stato condannato per furto, aggressione e traffico di droga. Il 18 febbraio scorso, però, è riuscito a evadere dal carcere di Caxias, 20 chilometri a sud di Lisbona, insieme ad altri due detenuti cileni dopo avere corrotto alcune guardie carcerarie: i suoi compagni di fuga sono arrestati, ma non lui, che rimane il ricercato numero uno, pur continuando apparentemente a svolgere una vita normale. E non solo: anziché nascondersi, Jeki si diverte a lanciare provocazioni agli investigatori, postando in continuazione foto, video e messaggi in cui dileggia la polizia, convinto che nessuno potrà mai catturarlo.
 
 


Come uno dei post più recenti, nel quale si vede un'immagine satellitare della prigione di Caxias: «Qualcuno sa dirmi di cosa si tratta?» scrive il fuggitivo, che a fine marzo ha pubblicato una sua foto a volto scoperto mentre impugna un fucile. Nell'ultimo video, dedicato alla ministra della Giustizia portoghese Francisca Van Dunem, annuncia di stare «tornando a casa». Una affermazione che ha spinto la polizia portoghese a chiedere la cooperazione di quella spagnola per evitare che l'uomo possa far ritorno in Israele.
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