Romania, il presidente dice no alla nomina di una premier musulmana

Shhaideh
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Martedì 27 Dicembre 2016, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 12:35
La Romania è alle prese con una complicata turbolenza politica, a circa tre settimane dal voto. Il presidente della Repubblica, il liberale Klaus Iohannis, ha bocciato la candidatura alla premiership dell'economista musulmana Sevil Shhaideh, proposta dai socialdemocratici vincitori alle urne. Che hanno risposto minacciando l'impeachment del capo dello Stato.

Lo scorso 11 dicembre le elezioni politiche avevano sancito il netto successo del partito socialdemocratico (Psd, erede del vecchio Pc romeno) guidato da Liviu Dragnea, che aveva staccato di oltre venti punti i liberali di Iohannis promettendo tagli alle tasse e aumenti delle pensioni. Tale risultato sembrava preludere alla nascita di un governo di centro-sinistra, insieme con i liberaldemocratici, entro Natale.

Dragnea, non potendo diventare primo ministro perché condannato nei mesi scorsi per frode elettorale, ha scelto la 53enne Sevil Shhaideh, economista proveniente da una famiglia della minoranza tatara, che sarebbe stata la prima donna musulmana a guidare il governo romeno. Il presidente della Repubblica, invece, si è messo di traverso, limitandosi a spiegare di aver «valutato attentamente i pro e i contro». E suggerendo ai socialdemocratici di dargli un altro nome.

La reazione di Dragnea è stata durissima. Iohannis «vuole aprire una crisi politica», ha detto, sottolineando che non ci sono motivi costituzionali per la sua decisione. E quindi il suo partito si riserva la possibilità di chiederne l'impeachment. Sevil Shhaideh è considerata un'amica intima del leader socialdemocratico, che è stato anche suo testimone di nozze, alimentando le speculazioni sul fatto che l'economista sarebbe potuta diventare un suo burattino una volta diventata primo ministro.

Anche perché - è un altro rilievo mosso dai suoi critici - la Shhaideh ha un profilo più da tecnocrate che da politico, e soprattutto ha trascorso la maggior parte della sua esperienza professionale a Costanza, sua città natale sulla costa del Mar Nero, a parte una breve esperienza alla guida del Ministero dello Sviluppo Regionale. Troppo poco per essere in grado di assumere in carichi di alto livello nazionale. I commentatori politici romeni, inoltre, hanno ipotizzano che il marito della Shhaideh, un uomo d'affari di origine siriana, potrebbe essere stato considerato un rischio per la sicurezza nazionale.

Di recente, un gruppo di giornalisti investigativi ha reso noto che l'uomo aveva postato messaggi sui social media a sostegno del presidente siriano Bashar al-Assad.
Nulla è emerso invece su eventuali impedimenti legati al confessione religiosa della Shhaideh, in un paese a stragrande maggioranza cristiana. La Romania soffre di una persistente instabilità a causa di un sistema politico semi-presidenziale che ha dovuto sopportare più di una volta una scomoda 'coabitazionè con presidente e primo ministro appartenenti a due schieramenti diversi. E in questa nuova legislatura, le turbolenze sono iniziate ancora prima della nascita del governo, che dovrà rafforzare l'integrazione europea ma soprattutto fare i conti con una corruzione dilagante.
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