Trump a Roma, Melania e Ivanka tra glam, lacrime e politica

Trump a Roma, Melania e Ivanka tra glam, lacrime e politica
di Franca Giansoldati e Raffaella Troili
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Giovedì 25 Maggio 2017, 09:12

Due women in black, Melania e Ivanka. Si sono divise i compiti di una First Lady, in una full immersion di sacro e profano, dolce vita, politica e sociale, alla fine rubando la scena al presidente americano. Carismatica ma all'apparenza algida la prima, anche se poi Melania si è sciolta davanti ai bambini malati e in assenza del marito e della figlioccia. Preparata, attenta, ma meno disposta a esporsi emotivamente in pubblico, Ivanka, che dopo la visita in Vaticano ha incontrato a Trastevere la Comunità di Sant'Egidio. Quasi un briefing. Ha discusso di diritti umani e migranti, ha preso appunti e poi ha ascoltato dal vivo la storia terribile di 12 donne nigeriane e del Corno d'Africa. Ex schiave. Andrea Riccardi ha raccontato che davanti a tanta violenza subìta la bionda Ivanka ha abbassato il capo con gli occhi velati di lacrime. «Vi voglio aiutare». Il suo tour romano è proseguito dal sottosegretario Maria Elena Boschi.

«ATTENZIONE SINCERA»
La consorte di Trump, al Bambino Gesù, stupita dalla folla che l'aspettava ha risposto con un entusiasmo fino a quel momento represso. Ad accoglierla, la presidente dell'ospedale Mariella Enoc, il direttore sanitario Massimiliano Raponi, il direttore scientifico Bruno Dallapiccola, il coordinatore generale dell'Ospedale Ruggero Parrotto. Bella, elegante, rilassata, «ci ha ricordato la visita di Lady Diana» commentano nell'ospedale. Ha colpito quel bacio spontaneo dietro la porta a vetri, lanciato senza enfasi a una giovane donna al secondo trapianto di cuore. E quella mano tesa, tipo dammi-il-cinque, verso un piccolo paziente di nazionalità greca steso a letto, in attesa di un cuore nuovo. Dolce, solare, autentica, nonostante la mise, quel sobrio vestito nero che indossava dal mattino, ma senza più la veletta. Incuriosita dalla popolarità, commossa dalle storie dei piccoli pazienti. Più fata che diva, Melania ha trascorso un'ora nell'ospedale pediatrico Bambino Gesù. Ha posato i fiori ricevuti all'arrivo ai piedi della Madonnina, si è fermata qualche secondo silenziosa a pregare, poi si è diretta lentamente tra due ali di folla, verso i reparti di Terapia Intensiva e Cardiochirurgia. Cuori artificiali, pluritrapianti. «Abbiamo visto nei suoi occhi attenzione sincera e commozione profonda», hanno raccontato i medici, «come pure è rimasta colpita dall'umanizzazione delle cure e i casi umanitari». La first lady americana ha voluto sapere la storia del piccolo bambino greco che un aereo militare ha fatto arrivare a Roma, per salvargli la vita, il giorno di Natale. Con lui c'erano i genitori, a cui è garantita l'assistenza. Una sanità diversa, un'assistenza gratuita che non è passata inosservata. Col piccolo si è intrattenuta a leggere un libro di favole. Ma è nella ludoteca, dove ad aspettarla c'erano oltre 15 bambini di 9 nazionalità diverse, che Melania ha mostrato tutta la dolcezza di una mamma.

BACI SULLE MEDICAZIONI
Ha baciato e si è fatta baciare, disegnato, fatto selfie, autografi su gessi e medicazioni, un cuore su quella di una bambina che le ha detto «Melania mi fa male», ricevuto regali. Sulle pareti, accanto alla foto di Papa Francesco, un disegno, un simbolo: una Terra circondata da bambini di ogni etnia, la scritta: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me (Mc 9, 37)». La signora Trump ha lasciato loro un messaggio sul libro dei saluti: «Great visiting you! Stay strong & positive! Much love, Melania Trump». Con il pennarello rosso ha aggiunto un cuore e un fiore. Se ne è andata portandosi via un disegno dove c'è scritto «tutti i bambini del mondo sono uguali». Come una bella festa. Lasciato l'ospedale ha raggiunto il marito a villa Taverna. E si è rivolta a Gentiloni parlando in italiano: «Ciao, come stai?», ha chiesto al premier. Trump ha colto l'occasione per sottolineare che la moglie parla 6 lingue. Dall'altro capo di Roma, in contemporanea, la figlia prediletta Ivanka si immergeva nella realtà del fenomeno della schiavitù. Traffici collegati alle migrazioni forzate. «Ho avuto il privilegio di venire qui dove ho incontrato donne straordinarie per la loro fede, forza e coraggio nel superare drammi inenarrabili». Il colloquio a Trastevere si è svolto a porte chiuse perché le vittime dello sfruttamento sono sotto protezione. A Ivanka è stato chiesto un commento sull'incontro tra suo padre, il Presidente Usa e il Papa. Lei ha risposto che «è stato lungo e fruttuoso». Melania su twitter in serata scriverà: «Grazie Bambino Gesù per il lavoro eroico che svolgete. Chiedo che tutti abbiano questi splendidi bambini nei loro pensieri e nelle loro preghiere». E proprio per quel piccolo in attesa di un cuore nuovo a cui la first lady ha stretto la mano è stato trovato un donatore. «L'ho saputo atterrata in Belgio, e il mio cuore è pieno di gioia».

 
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