È successo martedì a Oklahoma City, negli Stati Uniti: gli agenti si erano diretti nella casa in cui Magdiel abitava con il padre, dopo che l'anziano era stato coinvolto in un incidente stradale e non si era fermato. Una volta lì i due poliziotti hanno avvistato l'uomo che armeggiava sul portico con una sbarra di ferro e, a distanza, gli hanno intimato, di posarla. Magdiel, però, non solo non l'ha gettata, ma ha iniziato ad avanzare verso di loro. Julio Rayos, un vicino di casa, a quel punto ha iniziato a urlare che non poteva sentirli perché era sordo, ma ormai era troppo tardi: i poliziotti avevano già puntato le loro armi. L'uomo è stato colpito prima dal tenente Matthew Lindsey con una pistola taser e dopo dal sergente Chris Barnes con diversi colpi di arma da fuoco. È stato trasportato in ospedale dove è morto poco dopo.
«È vero che un vicino continuava a urlare che era sordo - ha detto il capitano Bo Mathews in conferenza stampa - Ma è anche vero che in quelle situazioni bisogna trovarcisi: vedi un uomo che ha un'arma in mano e pensi solo che è una minaccia. I due agenti erano talmente concentrati che non devono nemmeno aver sentito le urla del vicino».
«Magdiel comunicava a gesti - ha concluso Rayos - Non parlava, non sentiva e aveva un ritardo nell'apprendimento. Credo che in quel momento fosse frustrato e stesse cercando di capire cosa stava succedendo. Non credo dovessero sparargli». I due poliziotti sono stati messi in congedo amministrativo, mentre sulla morte di Magdiel è stata aperta un'inchiesta: i due rischiano di essere indagati per omicidio.
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