Boschi, affondo sulle donne 5Stelle: sessiste, ci chiamano velina o ancella

Boschi
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Sabato 10 Settembre 2016, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 10:17
Per le battute e le vignette sul suo aspetto, Maria Elena Boschi non si arrabbia. Semmai si rammarica «per le altre, magari più giovani», che non hanno la forza di reagire e si avviliscono. Il ministro per le Riforme è una delle protagoniste de Il tempo delle donne, in scena alla Triennale di Milano, e racconta la parte femminile della politica. «Purtroppo frasi sessiste arrivano anche da donne», dice. Come in Parlamento, dove «colleghe del Movimento 5 Stelle definiscono me o altre come la presidente della Camera con termini che vanno da velina a ancella». Frasi inaccettabili, che tracciano un solco tra l'impegno delle donne e quello dei colleghi maschi. «E' normale che ci siano critiche sul lavoro di ciascuna di noi - aggiunge - ma penso che a un uomo non siano capitate frasi tipo si deve occupare della prova costume o della cellulite invece che di riforme. Così si va al di là della contrapposizione e del merito».

«SONO CORAZZATA»
La Boschi è attenta alle parole, vuole essere chiamata ministra perché «nel momento in cui la Crusca ci dice che è corretto in italiano, noi seguiamo le sue regole e decliniamo al femminile». Possono sembrare piccolezze di fronte ai problemi che l'universo femminile deve affrontare, ha spiegato pochi giorni fa in una dibattito, «credo però che ci sia anche nel linguaggio una maggiore sensibilità perché che certi ruoli siano anche per le donne è un messaggio che passa piano piano». Perciò ritiene inaccettabile che termini squalificanti vengano scoccati come frecce proprio da colleghe. «Quando si è in Parlamento a rappresentare i cittadini - afferma - bisogna stare attenti a non usare certe espressioni quando ci si rivolge a una donna. Io non mi arrabbio. Anche se a volte ci sono cose che mi feriscono, mi provocano l'effetto contrario, mi inducono cioè a impegnarmi ancora di più e con ancora più grinta». Una reazione non comune a tutte. «Mi spiace che possano scoraggiare altre. Io sono adulta e corazzata a resistere, se però passa l'idea che, se decidi di impegnarti e metterti in gioco e sei donna rischiando di essere attaccata in quanto tale, qualcuna può scoraggiarsi». Ricorda la vignetta in cui viene presa in giro per la cellulite e la battuta di Marco Travaglio che la invita a pensare alla sfilata sul bagnasciuga piuttosto che alle riforme e si indigna. «A un uomo una critica come preoccupati della cellulite e della prova costume invece che di riforme credo non sia mai accaduta - fa notare - E' una critica che va al di là del merito».
Il ministro ha poi annunciato che il dicastero delle Pari opportunità sta lavorando per finanziare i centri anti violenza per il prossimo biennio, dopo che «in quello precedente sono stati stanziati 31 milioni di euro, 16 dallo Stato e 14 dalle Regioni, ma quasi 10 milioni non sono stati spesi. C'è da lavorare per sfruttare al pieno queste risorse». Dice la Boschi: «Quando ho assunto la delega abbiamo chiesto subito una rendicontazione alle Regioni per avere un quadro.

Nel prossimo biennio solo lo Stato stanzierà 19 milioni di euro aggiuntivi, ma servono modalità condivise sui fondi che devono essere assegnati attraverso criteri di trasparenza. L'importante è spenderli bene». Negli ultimi anni, anche grazie ai finanziamenti pubblici, ci sono stati dei miglioramenti: «Siamo passati da 341 a 485 centri di accoglienza». La lotta contro la violenza sulle donne «è la priorità, la parte più importante». E la ministra Boschi avrà una consulente speciale: Lucia Annibali, che ha cominciato due giorni fa il suo lavoro con le Pari opportunità in veste di consulente. «Per l'esperienza che ha vissuto può essere un contributo importante».
C.Gu.