Berlusconi, a Strasburgo il duello sull'incandidabilità: mesi per decidere

Berlusconi (ansa)
di Sara Menafra
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Giovedì 23 Novembre 2017, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 15:16

Il clima nell'aula di Strasburgo era buono, impossibile non notarlo. Soprattutto perché le uniche domande arrivate dai giudici, lasciavano intendere che il ricorrente Silvio Berlusconi avesse argomenti solidi per contestare l'applicazione della legge Severino al suo caso, che l'ha dichiarato ineleggibile fino al 2019. L'udienza è durata più o meno due ore e già nel primo pomeriggio la corte si è riunita per valutare il caso.

La rappresentante del governo, il giudice Maria Giuliana Civinini, ha aperto il suo intervento spiegando che la posizione dello Stato italiano è che escludere una persona dal parlamento per un periodo determinato di tempo non è una violazione dei suoi diritti umani: «L'articolo 7 delle convenzioni sui diritti umani non si applica alle elezioni, la legge Severino non serve a punire un imputato ma a tutelare l'istituzione».

Ad aprire gli interventi della difesa è stato l'avvocato Edward Fitzgerald: «La legge Severino è stata applicata a fatti contestati per gli anni 1995-1998, quindici prima che la legge fosse adottata». Berlusconi, ha aggiunto «è stato privato del suo seggio con un voto in un Senato composto a maggioranza da suoi avversari: non era giustizia ma un anfiteatro romano in cui una maggioranza di pollice versi o pollici in alto decidono se uno va su o giù».

Ma a far apparire il clima particolarmente favorevole al ricorrente Berlusconi sono state le domande di quattro giudici che hanno chiesto chiarimenti. Tutti, con gradazioni diverse, mostrando che alcuni aspetti dell'applicazione della legge su incandidabilità e decadenza sembrano incoerenti almeno nell'ottica dei giudici europei. Soprattutto, come hanno notato l'islandese Robert Spano e il portoghese Paulo Pinto de Albuquerque, la differente applicazione della legge all'ex cavaliere e ad Augusto Minzolini.

In realtà l'ex direttore del Tg1 scelse di dimettersi dopo la prima votazione in suo favore (per una prassi non facilmente comprensibile all'estero le prime dimissioni in Italia vengono sempre respinte). Una mossa che oggi, visto l'assist fornito al leader di Forza Italia, sembra selezionata con particolare cura. L'altro aspetto su cui i magistrati europei hanno chiesto chiarimenti è il contrasto tra la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici e l'incandidabilità. Insomma, tutti segnali che gli avvocati del premier hanno considerato di buon auspicio.

IL GIUDICE TEDESCO
Anche le letture politiche sembrano andare nella medesima direzione. La presidente della corte, Angelika Nussberger, è considerata storicamente vicina alla leader della Cdu Angela Merkel e potrebbe essere sensibile ai richiami al senso di responsabilità che invitano a non disarcionare il leader dell'ala moderata del centrodestra, il cui ruolo sarà fondamentale sia per creare un governo di larghe intese «anti M5s», sia per non lasciare alla Lega la guida della destra. Se davvero il vento girasse a favore, gli avvocati di Berlusconi hanno già in mente la prossima mossa: chiedere l'immediato recepimento della sentenza.

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