alla gente la peculiarità del referendum non solo per l’argomento trattato, ma perché non esiste il quorum e dunque chi va decide, e fa una bella differenza". Quanto alla possibilità che i parroci possano dare un’intenzione di voto, il porporato ha evidenziato: "non credo il voto è segreto".
Se i vescovi mantengono una equidistanza, la Civiltà Cattolica, il settimanale dei gesuiti, in una recente analisi firmata dal politologo padre Francesco Occhetta, prende una posizione netta. La Carta non è sacra. Padre Occhetta auspica la vittoria del sì, anche se poi spiega che non si tratta di un appello né un’indicazione di voto ma un orientamento per un “discernimento”. Insomma, un voto secondo coscienza. “L’appuntamento referendario – scrive padre Occhetta – è l’occasione per rifondare intorno alla Costituzione la cultura politica del Paese. Non si tratta di un voto favorevole o contrario al governo, ma di qualcosa di più e di diverso, che riguarda l’identità della democrazia che i media e le parti sociali faticano ad affermare come la cultura costituzionale nel dibattito pubblico. Certo, a livello politico il voto avrà conseguenze sul Governo”. Occhetta rassicura che “rimarranno inviolati i principi e i diritti fondamentali della prima parte della Costituzione; ad essere riformata è invece l’ingegneria costituzionale della seconda parte”.
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