L'Europa corregge la manovra: ridurre il deficit di 1,6 miliardi

L'Europa corregge la manovra: ridurre il deficit di 1,6 miliardi
di David Carretta
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Venerdì 21 Ottobre 2016, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 14:38


BRUXELLES L'Italia e la Commissione rischiano un nuovo braccio di ferro, se Matteo Renzi e Jean-Claude Juncker non troveranno un'intesa sulla legge di bilancio 2017 durante il Vertice dei capi di Stato e di governo dell'Unione Europea. «Faremo il punto della situazione» dopo un eventuale incontro tra il presidente del Consiglio italiano e il presidente della Commissione, spiega una fonte comunitaria. L'ipotesi di una lettera per formalizzare la richiesta di uno sforzo di bilancio aggiuntivo, anche se minino, è sempre sul tavolo. Le consultazioni con il ministero dell'Economia sulle cifre dalla manovra sono in corso e già questo, a norma del Patto di Stabilità, vale come messa in mora. L'esecutivo comunitario ha chiesto una serie di chiarimenti su «spese eccezionali» e entrate considerate una tantum. Ma, anche se la Commissione dovesse concedere tutto ciò che il governo ha chiesto su migranti e terremoto, l'Italia è a rischio di deviazione degli obiettivi previsti dal Patto. Senza un impegno chiaro da parte di Renzi e Padoan su un taglio del deficit strutturale di almeno lo 0,1% di Pil (circa 1,6 miliardi), la lettera con la richiesta formale di correzione della manovra potrebbe partire la prossima settimana. Entro il 31 ottobre la Commissione può chiedere una nuova versione della legge di bilancio per «inosservanza particolarmente grave degli obblighi» del Patto. Ma Juncker vorrebbe evitare lo scenario di una bocciatura dell'Italia a poche settimane dal referendum del 4 dicembre. Con un debito oltre il 130% di Pil, l'Italia è considerata un paese ancora a rischio sui mercati finanziari e la Commissione osserva con preoccupazione l'andamento degli spread sui titoli di Stato, con il differenziale tra i Bonos spagnoli e i Btp italiani che si è ampliato a 30/40 punti nelle ultime settimane. Una sconfitta di Renzi il 4 dicembre porterebbe instabilità in un paese europeo chiave, nel momento in cui la Ue attraversa diverse crisi (economia, migranti, Brexit).

I PUNTI CALDI
Ma tutti gli indicatori dell'Italia sono in rosso nel 2017: il debito rimane troppo alto, il deficit nominale non scende abbastanza e l'aggiustamento strutturale dei conti pubblici è insufficiente. La posizione ufficiale della Commissione per ora è di non commentare i progetti di bilancio degli Stati membri. Ma diverse fonti confermano che per l'Italia attualmente «c'è il rischio di una deviazione». Secondo la lettera del Patto, il saldo netto strutturale il prossimo anno dovrebbe migliorare dello 0,6% di Pil. In maggio, per ottenere la flessibilità su riforme e investimenti, Padoan si era impegnato a realizzare lo 0,2% - poco più del mimino necessario rispettare «in linea generale» gli obiettivi del Patto. Nella manovra l'aggiustamento strutturale è pari a zero: peggio, il saldo netto si deteriorerà dello 0,4%, se le risorse destinate a terremoto e migranti non saranno considerate per intero come «spese eccezionali» o se parte delle entrate della «voluntary disclosure», della rottamazione delle cartelle esattoriali e della vendita delle frequenze per le telecomunicazioni verranno considerate «una tantum».

«Aiutateci ad aiutarvi», è il messaggio che il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha trasmesso a Roma. Sia sul piano politico sia su quello tecnico, diverse soluzioni sono possibili. In cambio di nuovi impegni da parte del governo, la Commissione potrebbe rinviare il giudizio definitivo sul progetto di bilancio alla prossima primavera. Per evitare di correggere immediatamente la manovra, l'Italia dovrebbe almeno anticipare a metà 2017 le clausole di salvaguardie previste per il 2018: nel caso in cui l'esecutivo comunitario dovesse constatare una «grave deviazione» dagli obiettivi del Patto, l'aumento dell'Iva scattarebbe a luglio. «Abbiamo con la Commissione Ue un dialogo aperto e costruttivo», ha detto Padoan in un'intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt: «Talvolta non siamo d'accordo sull'interpretazione di alcune regole ma alla fine noi la rispettiamo sempre». È il primo segnale che si cerca un compromesso.